IL GLOBAL HEALTH SUMMIT DEL 21 MAGGIO

Il vertice di Roma e la corsa a ostacoli della sicurezza sanitaria globale

(Mario Draghi. Foto LaPresse)
(Mario Draghi. Foto LaPresse)
  • Il Global Health Summit non assumerà certamente il ruolo chiarificante che molti vorrebbero né avrà una funzione salvifica, nonostante la recente proposta di Biden sulla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini. Gli ostacoli alla corsa sono troppi. 
  • Tuttavia, il summit di Roma potrebbe avere la giusta chiave di svolta: il fattore inaspettato. Probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere in prima linea l’Italia.
  • Il nostro paese diventerà catalizzatore multilaterale di istanze e proposte per avanzare un’agenda capace di gestire le crisi future in maniera strutturale e proattiva.  

Il Global Health Summit del 21 maggio è evidentemente fondato sull’ambizione. Ambizione per l’Italia, per la presidenza G20 e per il ruolo che Roma intende svolgere all’interno dell’architettura europea e multilaterale. Ambizione per l’Europa, co-promotrice dell’iniziativa, ora impegnata in uno dei momenti più delicati della gestione pandemica: dimostrare di poter raggiungere gli obiettivi vaccinali. Ambizione per il sistema multilaterale, sottoposto a uno shock sistemico, politico e infrastrut

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