Cina e Russia si sentono minacciate dal rafforzamento delle alleanze Usa e dall’indebolimento della deterrenza strategica. In occasione della parata del 9 maggio hanno firmato un documento congiunto sulla «stabilità strategica globale», nel quale si agita lo spauracchio della guerra nucleare
Il 4 febbraio 2022, alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina, Pechino e Mosca pubblicarono una dichiarazione comune su «l’ingresso delle relazioni internazionali in una nuova era e sullo sviluppo globale sostenibile». Questa volta i due alleati di fatto, in occasione della parata del 9 maggio, hanno tirato fuori dal cilindro un documento congiunto sulla «stabilità strategica globale», nel quale si agita lo spauracchio della guerra nucleare.
Altro che “rapprochement” Russia-Stati Uniti, su cui in tanti avevano scommesso prendendo alla lettera le sparate pacifiste di Donald Trump, “amico” sia di Vladimir Putin che di Xi Jinping. Mosca e Pechino si dichiarano vittime di una politica di doppio contenimento.
Quasi ogni paragrafo del testo sottoscritto inizia con «Le due parti»… sottolineano che, si oppongono fermamente a, condannano, e via dicendo, a ostentare un’unità della quale in Occidente si continua a fraintendere la natura, che non è economica né, tantomeno, ideologica.
A torto o a ragione, Pechino e Mosca temono gli Stati Uniti, e, fin quando continueranno entrambe ad averne paura, il loro legame si rafforzerà.
Per l’ottantesimo anniversario della Giornata della vittoria Cina e Russia hanno messo nero su bianco che «sullo sfondo dell’inasprimento delle relazioni tra stati dotati di armi nucleari, che in alcuni casi è sfociato nella minaccia di uno scontro militare diretto, si è accumulata una massa critica di problemi e sfide nella sfera strategica e il rischio di un conflitto nucleare è aumentato».
Espandere le alleanze militari
Per Pechino e Mosca la questione strategica più pressante è l’espansione, che definiscono “destabilizzante”, di vecchie e nuove alleanze militari. Da un lato quelle “anti-cinesi” nel Pacifico: Aukus (Australia, Regno Unito, Stati Uniti), Quad (Stati Uniti, Giappone, Australia, India), nonché il rafforzamento dei legami di difesa degli Usa con il Giappone, le Filippine e la Corea del Sud.
Dall’altro la Nato, che sostiene la resistenza ucraina all’invasione russa e si è recentemente allargata a Finlandia e Svezia. In un passaggio drammatico, le due parti stigmatizzano che tali coalizioni sono «attuate da alcuni stati dotati di armi nucleari in prossimità dei confini di altri stati dotati di armi nucleari, nel tentativo di stabilire o espandere punti d’appoggio permanenti in tali aree, che sono particolarmente sensibili per questi ultimi, allo scopo di proiettare potenza militare, esercitare forti pressioni e condurre altre attività ostili che minacciano gli interessi fondamentali di sicurezza di tali stati».
In particolare Cina e Russia lanciano l’allarme sulle conseguenze «profondamente destabilizzanti» di «Iron Dome for America», il progetto di super scudo missilistico lanciato da Trump una settimana dopo il suo ritorno alla Casa bianca, al quale lavora il colosso degli armamenti Lockheed Martin.
Secondo Pechino e Mosca, rendendosi impenetrabili a qualsiasi attacco gli Stati Uniti «rifiutano di riconoscere l’esistenza dell’inscindibile interrelazione tra armi strategiche offensive e armi strategiche difensive, che è uno dei principi centrali e fondamentali per il mantenimento della stabilità strategica globale».
A dimostrazione di quanto la Cina di Xi e la Russia di Putin si sentano dalla parte giusta della storia, contro l’uso dello spazio come terreno di scontro propongono un negoziato per arrivare a un trattato internazionale sulla base della bozza russo-cinese del Trattato sulla prevenzione del posizionamento di armi nello spazio extra-atmosferico e della minaccia o dell’uso della forza contro oggetti dello spazio extra-atmosferico.
Sotto accusa anche la “condivisione atomica” e la “deterrenza nucleare estesa” con la quale gli Usa – attraverso esercitazioni o collaborazioni in ambito nucleare con stati non dotati dell’atomica – punterebbero a ridurre o vanificare la deterrenza strategica di Cina e Russia. In definitiva, Xi e Putin hanno suonato un fortissimo campanello d’allarme, atomico.
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