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Sarà molto diverso dalla guida suprema, l’ayatollah Alì Khamenei, a capo della Repubblica iraniana, ma più simile a un primus inter pares in una visione della gestione del potere più collegiale che verticistica. Akhundzada non avrà né l’autorità politica né il carisma della Guida iraniana.
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È probabile che il mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore dei Talebani, capo dell’ala politica e dialogante con l’occidente, l’uomo delle trattative con gli americani a Doha, venga nominato premier.
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Quanto al nuovo esecutivo non ci sono ancora date certe ma solo indiscrezioni di alcuni nomi senza escludere la presenza di donne che però non avrebbero il ruolo di ministre.
Il leader spirituale dei talebani, il mullah Haibatullah Akhundzada, figura sempre rimasta nell’ombra in questi scorsi anni a differenza di quanto faceva negli anni Settanta l’iraniano Khomeini esiliato a Parigi, che dava interviste a raffica ai media occidentali, sarà l’autorità suprema dell’Afghanistan, «il leader del nuovo governo» che verrà presto annunciato. Lo ha riferito Anamullah Samangani, membro della commissione culturale dei Talebani, citato dall’emittente afghana Tolo News. «I n



