In Afghanistan è il primo giorno, dopo vent’anni, senza truppe statunitensi sul territorio. I leader talebani hanno dichiarato la vittoria sugli Stati Uniti, assumendo il controllo dell’aeroporto internazionale di Kabul. Contemporaneamente, Amin-ul-Haq, ex capo della sicurezza di Osama bin Laden, è rientrato in Afghanistan.

I funzionari statunitensi hanno riconosciuto di non essere stati in grado di far uscire tutti gli afghani in difficoltà dal paese, ma hanno promesso che gli sforzi diplomatici per evacuare quelli rimasti continueranno. È atteso per oggi un discorso del presidente Usa, Joe Biden.

Torna il capo della sicurezza di bin Laden

Nelle stesse ore in cui gli ultimi soldati americani lasciavano dopo vent’anni l’Afghanistan, nel paese è rientrato Amin-ul-Haq, ex capo della sicurezza di Osama bin Laden, nel suo rifugio di Tora Bora. L’arrivo dell’esponente di spicco di al-Qaida nella sua provincia d’origine di Nangarhar, al confine con il Pakistan, viene mostrato in un video che circola in queste ore sul web e ripreso anche dalla Bbc.

Le immagini mostrano l’uomo a bordo di un suv accolto con entusiasmo da alcuni abitanti del posto, che gli baciano la mano e si fanno fotografare con lui.

L’India dialoga con i Talebani

 L’ambasciatore indiano in Qatar ha incontrato il vice capo dell’ufficio politico dei talebani, Sher Mohammad Abbas Stanekzai, per discutere delle preoccupazioni sul terrorismo transfrontaliero. Secondo un comunicato stampa emesso dal ministero degli Affari Esteri indiano, l’ambasciatore Deepak Mittal ha espresso preoccupazione rispetto alla possibilità che «l'Afghanistan possa essere utilizzato per azioni anti-indiane e attacchi terroristici».

Nel fine settimana i Talebani avevano rilasciato una dichiarazione chiedendo una «relazione culturale, economica, commerciale e finanziaria» con l'India, paese molto vicino all’Afghanistan, con cui i leader Talebani vogliono «avere un rapporto positivo», ha affermato Stanekzai in un discorso pubblicato online.

L'India non ha ancora affrontato la questione del riconoscimento della leadership talebana a Kabul e ha chiesto tempo e chiarezza prima di prendere una decisione. L’incontro di oggi, 31 agosto, secondo quanto si apprende da un comunicato, si è concentrato sui temi della sicurezza, la protezione e il ritorno anticipato dei cittadini indiani bloccati in territorio afghano. 

Il Canada accoglierà i rifugiati

Il Canada accoglierà 5mila rifugiati afghani. A confermarlo, il ministro dell’immigrazione canadese, Ahmed Hussen.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato che gli Usa sono riusciti a evacuare oltre 120mila persone tra il 14 e il 30 agosto, il giorno n cui è partito l’ultimo C-17 americano. 

«Durante il fine settimana, il Canada e i suoi alleati hanno ricevuto assicurazioni dai talebani che i cittadini afghani con l'autorizzazione di viaggio di altri paesi sarebbero stati autorizzati a lasciare l’Afghanistan in sicurezza».

Tuttavia, negli ultimi giorni, sono arrivate diverse testimonianze, riportate da diverse testate, che affermavano che i Talebani stavano bloccando gli ingressi ancor prima di prendere il controllo dell’aeroporto. In base a quanto emerso, infatti, i Talebani stavano lasciando passare soltanto chi era in possesso di un passaporto americano, lasciando fuori tutti gli altri collaboratori. 

Il ritiro è concluso

L’ultimo aereo statunitense ha lasciato Kabul poco dopo la mezzanotte, con un giorno di anticipo sulla scadenza accordata del 31 agosto. Il generale Chris Donahue è l’ultimo militare a essersi imbarcato. «In Afghanistan non è rimasto un solo soldato americano», ha detto il generale Kenneth McKenzie, a capo del comando centrale. «Il ritiro di stasera significa sia la fine dell’evacuazione del materiale militare che la fine di quasi venti anni di missione iniziata poco dopo l’11 settembre», ha proseguito. 

Dopo il decollo del C-17 statunitense si sono sentiti spari nella città. I Talebani hanno festeggiato: «Stasera alla mezzanotte in punto gli ultimi soldati americani hanno lasciato l'aeroporto di Kabul e il nostro paese ha conquistato la completa indipendenza. Sia lode a Dio», ha detto il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, che ha elogiato il gruppo «per aver ottenuto l’indipendenza». I Talebani hanno occupato l’aeroporto per reclamare il terreno e prendere possesso dell’attrezzatura militare lasciata dagli Stati Uniti. 

«La gente è felice», ha detto Hanas Haqqani, leader della rete Haqqani legata ai Talebani, evidenziando che «alcuni elementi non vogliono la pace in Afghanistan, volevano che l’occupazione continuasse», riferendosi alla presenza dei contingenti occidentali nel paese.

L’evacuazione

Dominic Raab, il ministro degli Esteri britannico, ha ammesso che, nonostante le operazioni di ritiro del Regno Unito siano terminate, rimangono centinaia di cittadini britannici in Afghanistan. Si tratta principalmente dei «casi più complessi», dice il ministro, come le famiglie o chi non aveva documenti, non escludendo che i rimpatri possano continuare anche dopo il 31 agosto. 

Rimangono in Afghanistan anche poche centinaia di cittadini statunitensi, ha precisato il segretario di stato Anthony Blinken, che però non ha specificato il numero esatto di chi è rimasto nel paese. 

La risoluzione Onu

Ieri, durante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è stata approvata la bozza della risoluzione che esorta i Talebani a garantire il passaggio sicuro a chi vuole lasciare il paese dopo il termine. Il documento, passato con 13 voti a favore, nessun voto contrario e due astenuti (Russia e Cina), chiede poi che continuino a essere tutelati i diritti acquisiti negli ultimi vent’anni, tra cui il diritto delle donne e il rifiuto del terrorismo. 

Tuttavia, non ha trovato alcun sostegno la proposta avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron, di istituire delle «safe zone» a Kabul. Non ci sarà, dunque, alcuna zona protetta all’aeroporto internazionale della capitale afghana, il cui controllo passerà totalmente in mano ai Talebani. Anche in questo caso, i due paesi scettici erano stati Russia e Cina. Il primo, mostrando tuttavia una minima apertura; la Cina, invece, in totale chiusura. La zona protetta all’aeroporto avrebbe dovuto essere gestita dalle stesse Nazioni Unite, insieme a Turchia e Qatar, affinché potesse garantire la sicurezza per l’arrivo degli aiuti umanitari e per la partenza delle decine di migliaia di afghani che ancora vogliono lasciare il Paese, dopo il ritiro definitivo degli Stati Uniti. Ora, i paesi membri dell’Onu, si aspettano che i Talebani rispettino quanto promesso nelle ultime due settimane.

 

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