Domenica 11 maggio le elezioni politiche albanesi si misureranno con una nuova variabile: il voto a distanza concesso ai componenti della vasta diaspora. Si tratta di 1,7 milioni di aventi diritto, circa il 36 per cento del corpo elettorale. Una massa così ampia rende impronosticabile l’esito e ha scatenato la fibrillazione dei partiti
- Una decisione della Corte costituzionale albanese, che ha raccolto le sollecitazioni provenienti dalle rappresentanze degli albanesi all’estero, ha colmato il vuoto d’iniziativa dei partiti e costretto il parlamento a rivedere la legge elettorale, a luglio 2024.
- La mancata possibilità di partecipazione al voto da parte degli emigrati ha tenuto, in questi anni, artificialmente alta la quota dell’astensionismo. Alle elezioni locali del 2023 ha votato soltanto il 38 per cento degli aventi diritto.
- Un così profondo mutamento del paesaggio politico ha costretto i partiti e i loro leader a uno sforzo moltiplicato per catturare il voto degli emigrati. Ma nel medio periodo potrebbero anche sorgere nuove leadership nella diaspora.
L’ossessione della diaspora. L’Albania che si avvicina alle elezioni politiche, fissate per domenica 11 maggio, si confronta con una nuova realtà: il peso elettorale degli albanesi all’estero. Per la prima volta questa enorme comunità potrà votare a distanza, anziché sottostare all’obbligo di tornare in patria per esercitare il più elementare dei diritti politici. La novità è stata sancita dalla riforma della legge elettorale approvata a luglio 2024, dietro pressione di una sentenza della Corte



