Proteste contro la nuova sede a Londra, dieci volte più grande di quella attuale. Ma i laburisti difendono la loro politica verso Pechino
«Quell’ambasciata non s’ha da fare!». A gridarlo sono hongkonghesi, tibetani, uiguri e dissidenti vari: assieme ai conservatori britannici – spalleggiati oltre oceano da Trump – stanno provando a impedire che la Repubblica popolare cinese apra quella che diventerebbe l’ambasciata più grande d’Europa, a due passi dalla City, il distretto finanziario di Londra. La nuova sede dovrebbe occupare una serie di edifici per complessivi 20mila metri quadrati dell’antica zecca di stato, dieci volte l’attua



