La Difesa italiana, su richiesta delle autorità di Tunisi, interverrà per risolvere il problema del naufragio della petroliera Xelo, che nella notte tra venerdì e sabato è affondata nel Golfo di Gabes, di fronte alla costa sud-orientale della Tunisia, con 750 tonnellate di gasolio. Lo riferisce una nota del Comando operativo di vertice interforze.
- Sono stati posti in stato di allerta mezzi aeronavali della marina militare, unitamente ai pattugliatori Vega e Orione. Le navi sono equipaggiate con panne antinquinamento, Discoil, liquido disperdente e, con il supporto degli elicotteri, «sono in grado di mettere in atto le procedure per l'eventuale contenimento e la rimozione degli agenti inquinanti oleosi, evitando che gli stessi giungano a contatto con la costa e minimizzando l'impatto sull'ecosistema marino».
- Intanto i sommozzatori tunisini hanno iniziato a ispezionare lo scafo della petroliera. Lo ha detto il ministro dei Trasporti locale, Rabii Majidi, in conferenza stampa.
- Il ministro ha assicurato che al momento non si è registrata alcuna perdita di inquinante. I subacquei stanno lavorando per agganciare la barca ai rimorchiatori che la riporteranno a galla.
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