Altri 45 giorni di detenzione Patrick Zaki, lo studente egiziano che frequentava un master a Bologna, ma il 7 febbraio dell’anno scorso, tornato al Cairo per rivedere al famiglia, è stato arrestato all’aeroporto con l’accusa di propaganda eversiva. Da allora, un’udienza dietro l’altra rinnova la detenzione preventiva, che ormai ha superato l’anno e oggi è stata prolungata ulteriormente. Sua madre è andata a fargli visita nel carcere di Tora, dove è imprigionato: «Una visita agrodolce» racconta la pagina Facebook gestita dai suoi amici “Patrick Libero”, anche perché suo padre sta male. Sulla proroga, hanno scritto ancora, «speravamo non arrivasse ma è arrivata comunque, distruggendo tutte le nostre speranze in un batter d'occhio». Per Amnesty International Italia è crudele accanimento. Alcuni parlamentari del Pd chiedono che gli venga concessa la cittadinanza italiana, una mossa che darebbe all’italia più spazio di manovra per intervenire.

La madre di Zaki ha riferito che lo studente ha chiesto della salute di suo padre. Non sapeva della proroga della sua detenzione: «Patrick – si legge su Facebook - ha detto che nessuno lo informa dell'esito delle sue udienze e sa solo che la sua detenzione è stata rinnovata quando arrivano a prendere quelli che sono stati rilasciati senza bussare alla sua cella». Sa del supporto esterno, e ha mandato i suoi ringraziamenti: «È stato particolarmente colpito dall'iniziativa degli studenti scolastici che gli hanno scritto decine di lettere, e ha chiesto a sua madre di stampargli le lettere e portarle alla prossima visita. Ha inviato tutto il suo affetto ai suoi amici, colleghi e professori in Egitto e in Italia». Cerca di essere ottimista. «Questo è il nostro Patrick – hanno scritto i suoi amici -, che cerca sempre di essere positivo e forte per tutti quelli che lo circondano».

L’udienza

Ieri Patrick era turbato. L'udienza per il rinnovo della detenzione si è tenuta in anticipo anche stavolta. Come al solito alla presenza della legale di Patrick, Huda Nasrallah, e dei rappresentanti delle ambasciate di Belgio, Italia, Canada, Spagna e Unione Europea. La difesa ha presentato documenti e una spiegazione delle condizioni di salute del padre di Patrick per sottolineare la necessità per Zaki di stare con la sua famiglia in queste circostanze. Il giudice gli ha chiesto se volesse dire qualcosa. I suoi amici hanno scritto: «Non ha accettato il permesso del giudice di parlare: era sicuramente molto preoccupato per la salute di suo padre». La corte ha poi detto no alla richiesta di conferire privatamente con la sua legale: «Vogliamo sottolineare anche che l'avvocata di Patrick ha chiesto alla corte di rimanere da sola con lui per diversi minuti, ma la richiesta è stata respinta».

La cittadinanza

Il deputato Filippo Sensi (Pd) ha chiesto su Twitter che gli venga riconosciuta subito la cittadinanza italiana. Dopo di lui, Lia Quartapelle, deputata del Pd della commissione Esteri, ha lanciato una raccolta di firme per supportare la richiesta.

Il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha pubblicato un articolo: «Il gioco è ormai scoperto: le autorità giudiziarie egiziane stanno giocando con i sentimenti e con la vita stessa di Patrick Zaki. Vogliono prolungare fino al massimo consentito la detenzione senza processo, far passare a Patrick un altro anno in carcere».

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