Fino a quattro mesi fa era la donna più potente del mondo, oggi, nel pieno di una guerra che minaccia l’intera Europa, capita di ritrovarsela accanto, in un ristorante sul mare, durante una vacanza romantica con il marito.

Il ristorante in questione è L’isola del Pescatore, affacciato sul castello di Santa Severa, e la gentile turista tedesca è Angela Merkel, che sabato sera ha cenato lì fino a tarda notte.

«Il giorno prima ricevo una telefonata dall’ambasciata tedesca che chiede di prenotare due tavoli per sabato alle 20,00, uno da sei e uno da tre. Non ho sospettato nulla perché gli ambasciatori tedeschi sono clienti abituali», mi racconta Stefano Quartieri, storico proprietario del ristorante assieme al fratello gemello Marco.

Il racconto della cena

«Alle sette mi metto a tavola con mio fratello e tutto il personale del ristorante, ceniamo sempre un’ora prima. A un certo punto vediamo che qualcuno apre la porta per entrare, diciamo “scusate, il ristorante è ancora chiuso, apre alle 20,00!” Nel frattempo le due signore erano entrate e attraversano la sala. Una nostra dipendente fa: “Quella è la Merkel!”».

Immagino non l’abbiate mandata via. «Ovviamente. Anzi, poveretti, ho fatto alzare subito tutti i cuochi e camerieri da tavola e ci siamo detti “si prospetta una serata impegnativa”». Lo è stata? «No. Una persona umile e gentilissima. Ha fatto una passeggiata sul mare e poi ha chiesto di poter fare un aperitivo, ha bevuto uno spritz e poco dopo l’hanno raggiunta gli altri. Alla fine ha cenato con il marito, la sua amica, gli ambasciatori e nove persone della scorta».

È stata gentile? «Molto. Lei parla poco l’italiano, il marito di più. Hanno mangiato tutto, dagli antipasti al dolce, ha chiesto la pasta con i ricci e le alici fritte. Ha fatto foto con tutti i cuochi, con me e mio fratello, alla fine l’ha voluta fare anche con il suo telefono per ricordo. È stata seduta dalle otto a mezzanotte». Vabbè ma alla fine chi ha pagato? «Lei per tutti, anche per la scorta». E per il marito, quindi. «Anche». E pensare che c’è ancora chi non scrive i prezzi sui menù per le donne.

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