Corrado: «Io, eurodeputata arrestata. Israele ora rilasci tutti gli altri attivisti»

«Il trattamento è stato disumanizzante. Alcuni attivisti sono stati anche trasportati bendati o con le braccia dietro la schiena. Durante gli interrogatori non ci hanno fatto parlare con gli avvocati o con le istituzioni diplomatiche e consolari». A raccontare a Domani l’abbordaggio e il fermo da parte delle autorità israeliane nei confronti della Global Sumud Flotilla è l’europarlamentare del Partito democratico Annalisa Corrado che viaggiava a bordo della nave Karma. Corrado è rientrata in Italia ieri insieme al senatore Marco Croatti (M5s), il deputato Arturo Scotto (Pd) e l’eurodeputata Benedetta Scuderi (Avs). Gli altri attivisti, in totale Israele ne ha arrestati 470 ai quali si sommano i sei dell’ultima nave abbordata ieri, rientreranno nei prossimi giorni. Più lungo sarà il rilascio per i cittadini provenienti da paesi come Tunisia e Algeria che non hanno relazioni diplomatiche con lo stato ebraico. E infatti gli attivisti tunisini hanno iniziato uno sciopero della fame anche per denunciare i trattamenti ricevuti, definiti «lontani dall’essere umano» dai legali che li seguono. «È importante far tornare tutti a casa. Siamo preoccupati per le loro condizioni», dice Corrado. Rientrati i parlamentari italiani della Flotilla. Ben Gvir insulta gli attivisti: «Terroristi» Partiamo dall’inizio, come è avvenuto l’abbordaggio? Nella sera di mercoledì abbiamo visto da vicino i primi abbordaggi contro le navi della Flotilla, ma nessuno ha puntato direttamente verso di noi. Così abbiamo continuato a navigare e, per circa tre ore e mezza, siamo rimasti soli, arrivando fino a 37 miglia dalla costa di Gaza. All’alba, una nave militare ci ha intimato di fermarci e sono poi arrivate le motovedette israeliane. A bordo sono saliti cinque uomini armati fino ai denti con mitra, pistole, coltelli, e hanno preso possesso della barca guidandola fino al porto di Ashdod. E poi? Ci hanno fatto scendere e passare attraverso varie fasi di controllo. Nella prima ci hanno smontato completamente i bagagli, buttando via a caso cibo e medicinali. Eravamo scalzi in un ambiente sporco. I cellulari ci erano già stati sequestrati a bordo e non li abbiamo mai più riavuti. Poi ci hanno sottoposti a diversi interrogatori, senza la possibilità di chiamare avvocati o il consolato. Ci hanno proposto di firmare diversi fogli, noi abbiamo firmato il modulo per il rimpatrio rapido, senza ammissione di colpa. Quali sono stati i momenti più duri della detenzione? Il trattamento disumanizzante. Ci facevano salire su pulmini blindati, lasciandoci per ore al buio, senza acqua né bagni. Quando accendevano l’aria condizionata, lo facevano a temperature gelide, in modo punitivo. Anche in caserma non potevamo muoverci: se ti alzavi, ti costringevano a sederti; se andavi in bagno, lo facevi con la porta aperta. È stato umiliante. E se trattano così dei parlamentari, viene spontaneo chiedersi come trattino gli altri attivisti. Ha notato differenze di trattamento tra voi parlamentari e gli altri attivisti? All’inizio no, eravamo tutti trattati allo stesso modo: brusco, disumanizzante, con scherni e rumore costante per alzare la tensione. Solo dopo, nella notte, hanno iniziato a isolarci. Ho visto altri attivisti, soprattutto non occidentali, portati via con la forza, qualcuno persino bendato. Il ministro israeliano Itamar Ben Gvir ha tenuto un discorso davanti agli attivisti arrestati e li ha insultati dicendogli che sono terroristi. È gravissimo. La nostra era una missione umanitaria, disarmata, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Non abbiamo infranto nessuna legge. Le insinuazioni sui legami con Hamas sono totalmente inventate. È un modo per criminalizzare la solidarietà e per distogliere l’attenzione dalle violazioni israeliane. Se alle destre fa paura la grande flottiglia popolare In questi giorni Meloni e Salvini hanno duramente attaccato la Flotilla e voi parlamentari delle opposizioni. Trovo assurdo che tutta questa veemenza sia stata usata contro di noi e non contro Netanyahu, che viola quotidianamente il diritto internazionale. È folle. Meloni addirittura dice che la Flotilla era un attacco personale a lei: parliamo di 44 nazioni e 600 volontari, non di un dispetto politico a Roma. Quanto a Salvini, vanta l’amicizia con Netanyahu. È dalla parte sbagliata della storia. L’energia con cui hanno attaccato noi sarebbe dovuta essere spesa per chiedere a Netanyahu di rispettare il diritto internazionale. È vero che siete stati insultati anche al ritorno in aereo? Sì. Alcuni passeggeri del volo ci facevano il dito medio e commenti sprezzanti, del tipo “friends of Greta my ass”. Non so se ci abbiano davvero detto “tornate a piedi”, perché parlavano spesso in ebraico. Ma il clima era di ostilità e disprezzo. Dalla Flotilla alle piazze, sono le minoranze a cambiare la storia Qual è il bilancio che ne fa della missione? È stato un evento storico. La Flotilla è stata un gesto collettivo di generosità e solidarietà che ha messo insieme centinaia di persone di culture e nazioni diverse. Malgrado le difficoltà siamo riusciti a mantenere la coesione e a portare avanti la missione. La flottiglia ha creato un’onda che ha squarciato un velo di ipocrisia sulla situazione a Gaza e ha cambiato la percezione internazionale su cosa è accaduto dopo il 7 ottobre.