A partire dal primo martedì di luglio 20 milioni di americani, un’enormità nel colmo dell’estate e con i nativi digitali estranei alla tv, hanno seguito in simultanea su Abc, Cbs, Nbc, Mbnbc, Cnn le dirette delle audizioni congressuali circa l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e il ruolo del Donald Trump sconfitto, ma renitente a cedere l’incarico.

Nel frattempo Fox News, trumpiana nel midollo, faceva il controcanto con Tucker Carlson, un incrocio fra Del Debbio e Paragone, certo più bello ma perfino più fazioso, che sminuiva sia l’assalto sia l’indagine, a conforto di tre milioni di audience trumpiana impenitente.  

Effetto connessione

Secondo i sondaggi successivi, i materiali mostrati hanno fatto breccia non solo nei nostri cuori già convinti, ma anche fra gli spettatori repubblicani e indipendenti. Un miracolo, in quel paese prigioniero del dialogo tra sordi, certo non dovuto all’emergere di cose clamorose a un anno e mezzo dall’assalto, ma grazie all’“effetto connessione” che unisce i trattini e scopre la chiave dei fenomeni sostituendo lo sconcerto con l’“illuminazione”. Effetti che tuttavia non arrivano se chi racconta non conosce il suo mestiere.

La stampa cita, ad esempio, l’efficacia dei documenti video chiari, diretti e coinvolgenti. Frutto del lavoro di James Goldston, 53 anni, ex direttore dell’informazione Abc che, incaricato dal Congresso, ha passato alla moviola un numero enorme di immagini generate dalle body camera dei poliziotti e dalle telecamere stradali, con l’aggiunta delle riprese intatte e originali di un documentarista cui non è mancato il fiuto.

Storytelling e Visualtelling

Col risultato che lo “storytelling orale” e istituzionale dei testimoni chiamati a dire dell’assalto al Congresso era rinforzato dallo “storytelling visuale” parallelo anche col supporto di grafici a 3D che mostravano il duplice luogo del delitto: il Campidoglio per capirne l’invasione e il punto cui era giunta la minaccia; lo studio da cui Trump guardava l’orda la lasciava fare salvo uscirsene dopo ore con un “grazie, foste bravi, tornate dalle spose, ritroviamoci”. Quel che serve per la tv che è visual medium e non radio addizionata di figure.

Casting

Decisivo è stato il casting che in tv più che altrove deve trattenerti sull’istante e farsi compatire o detestare. Delle centinaia di testimoni ascoltati dal Congresso solo una parte è stata mostrata alla tv. Non gli avversari di Trump che rischiavano, per scontatezza e noia, di farlo apparire un simpatico bastardo, ma chi a Trump era politicamente assai vicino e ha tentato di tiralo per la giacca (a partire dal “suo” ministro della Giustizia) e i volti del popolo comune, sottospecie di impiegati ai seggi elettorali e poliziotti, che ogni spettatore poteva equiparare a nipoti o figli propri. L’eroe-narratore era peraltro Lyz Cheney, di dinastia repubblicana e fermissima nel contrastare lo scippo del partito da parte del trumpismo.

Ancoraggio del racconto

Ogni diretta s’è aperta in modo da fornire allo spettatore, sempre tentato dalle mollezze del divano, le mappe fisiche e mentali dell’evento e il punto in discussione. A partire dall’efferatezza del delitto, ogni volta ricordata dal principio con le immagini della folla che assalta il Campidoglio e più che sufficienti a motivare ogni indagine sulle pressioni di Trump verso i governatori repubblicani perché bloccassero i rendiconti delle votazioni, fino all’incitamento alla sommossa e al suprematismo bianco e armato.

In altri termini le audizioni del Congresso sono state condotte, citando il New York Times, con la profonda conoscenza di «come oggi le audience divengono interessate alla tv nonché di come a valle ne discutano». Sicché s’è fatto ricorso ai teaser (video di anticipazioni) sparsi viralmente lungo i social e alla immissione in rete di spigolature aneddotiche perfette per la rimasticatura nei talk show e la social-fabbrica dei meme.

A questo punto qualcuno si starà chiedendo dove fossero i rappresentanti di Trump nel Comitato congressuale. La risposta è che non ce n’erano perché starne fuori gli pareva il miglior modo per far annegare quell’indagine in un mare di faldoni e rinnegarne l’esito a priori. Ma, evidentemente, non avevano fatto i conti con le audience.

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