A sintetizzare al meglio la situazione è Nate Silver, il più noto analista americano di numeri elettorali. «Non saprei, ma mi sembra che non chiudere la corsa quando gli esiti sono ormai certi in stati come Pennsylvania e Nevada dia al presidente più tempo di diffondere informazioni fuorvianti», ha scritto ieri sera su Twitter, quando era chiaro che Joe Biden ce l’aveva fatta, ma ancora non si poteva dire ufficialmente. Dopo una giornata lunghissima, l’ennesima da martedì quando era iniziata la procedura del conteggio dei voti, il candidato democratico ha conquistato, stato dopo stato, la Casa Bianca. Eppure non c’è il verdetto elettorale. E questo stallo, in cui nessuno dei due concorrenti dichiara la fine dello scontro, fa il gioco di Donald Trump, che continua a twittare e rilanciare accuse e dichiarazioni furiose. Anche ieri la mattinata era iniziata con una sostanziale stabilità: 253 grandi elettori per Biden e 214 per il presidente uscente. E fino al momento in cui questo giornale va in stampa sono ancora cinque gli stati contesi e non assegnati. Sul voto poi continua ad allungarsi l’ombra dei ricorsi giudiziari promessi da Trump, che accompagna le sue minacce con messaggi, ancora una volta segnalati da Twitter come “fuorvianti”, in cui scrive di essere in grado di «vincere facilmente la presidenza con i voti espressi legalmente», sottolineando che «agli osservatori non è stato permesso di partecipare allo spoglio in nessun modo e per questo motivo i voti accettati in questo periodo devono essere considerati illegali. Dovrebbe decidere la Corte suprema!».

E ancora: «Con l’attacco dei democratici radicali al Senato, la presidenza è ancora più importante». Annunci ripetuti, ma non supportati da nessun tipo di prova, come non si stancano di ripetere gli anchor della Cnn, e che non fanno ben sperare per quanto riguarda la volontà del presidente uscente di lasciare la Casa Bianca.

La svolta

La situazione cambia nel primo pomeriggio italiano, quando, dopo aver conquistato un lieve vantaggio in Georgia, Biden sorpassa il rivale anche in Pennsylvania. Il suo stato natale, che vale 20 grandi elettori e che è tradizionalmente democratico, anche se nel 2016 era stato conquistato da Trump. Basta questo per garantirgli il superamento della soglia dei 270 grandi elettori necessari e, quindi, la presidenza. Il vantaggio si consolida nel corso del pomeriggio e Biden resta in testa anche in Nevada e Arizona. Lo spoglio però va a rilento, nel corso della giornata autorità locali di Pennsylvania e Nevada rivedono i tempi di pubblicazione dei risultati definitivi, per cui potrebbero «volerci ancora diversi giorni». Intanto, un po’ alla volta, si moltiplicano i segnali che fanno di Joe Biden il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti. A Wilmington, in Delaware, dove da giorni è montato il palco della campagna democratica, aumentano col passare delle ore gli uomini della sicurezza e già a metà pomeriggio lo spazio aereo sopra la zona viene chiuso. Nel pomeriggio, quando il divario di voti in Pennsylvania si allarga, lo staff annuncia che parlerà nel prime time americano, in piena notte italiana.

Il rifiuto di Donald

Ma mentre i voti ancora da contare diminuiscono, Trump continua a rifiutarsi di chiamare lo sfidante per concedergli la vittoria. In un comunicato velenoso, lo staff di Biden ricorda che i cittadini americani decideranno l’esito delle elezioni e il governo americano è perfettamente in grado di «accompagnare gli abusivi fuori dalla Casa Bianca». Dalla campagna di Trump invece si minaccia, oltre ai procedimenti giudiziari, anche di chiedere il riconteggio dei voti negli stati più combattuti, come la Georgia, dove, se il divario tra i voti raccolti è inferiore al mezzo punto percentuale la legge permette di controllare se ci siano stati errori. Durante il pomeriggio il presidente in carica continua a gettare benzina sul fuoco e a un certo punto chiede polemico su Twitter: «Dove sono i voti dei militari della Georgia che non si trovano?» L’aria continua a essere tesissima: con l’avvicinarsi della vittoria di Biden, la Cnn annuncia di aver avuto notizia che la rete rivale, Fox News, vicina ai repubblicani ma durante questo spoglio a distanza di sicurezza da Trump, non utilizzerà la tradizionale dicitura «president elect» qualora il candidato democratico raggiungerà la soglia dei 270 grandi elettori a causa dei ricorsi legali aperti.

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