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Le mille paure della Bosnia, il paese dai confini “invisibili”

Da qualche mese la tensione è tornata ai livelli di guardia, soprattutto ad opera del padre padrone della Repubblica Srpska, Mirolad Dodìk. L’analista Tanja Topic: «Utilizza l’arma dell’indipendenza come forma di ricatto, anche contro la comunità internazionale». Il suo progetto è una forma di nazionalismo post-moderno, volto a istituzionalizzare un’autonomia de facto attraverso una lenta erosione dello Stato

«Ima li Bosne i Hercegovina?». Esiste una Bosnia? La scritta su un muro sbiadito compare appena dopo Travnik, cittadina dalla forte impronta ottomana, in passato fu residenza del Visir e ospita tuttora la più antica scuola coranica d’Europa, prima che la strada si inerpichi verso i selvaggi altopiani montani di Vlašić. Dopo infiniti chilometri di tornanti, all’altezza della zona di Skender Vakuf, dove nell’agosto del 1992 252 bosgnacchi furono fatti scendere da un autobus e trucidati in ginocchi

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