- Cos’è che rende così indecenti le immagini dell’assalto a Capitol Hill? In cosa consiste quello stridore che sentiamo? Non credo si tratti solo dell’oltraggio democratico.
- Credo che in quel senso di scandalo ci sia soprattutto lo shock del vedere quella gente in quel contesto: qualcosa che sta tra il kitsch e lo straniamento brechtiano, un sovvertimento dell’ordine che non genera però nulla di liberatorio.
- La natura di questo sgomento va cercata altrove. Manca un linguaggio, una messinscena organica della prima e più strutturante fra tutte le violenze: la disuguaglianza economica e culturale.
L’assalto a Capitol Hill da parte dei manifestanti il 6 gennaio ha fatto levare un coro pressocché unanime: una concorde e generale sensazione di scandalo, di indignazione, di sgomento. Si dirà: la violenza perpetrata ai danni delle istituzioni democratiche. Senz’altro: e non intendo dissociarmi da questo sconcerto. Provo però ad aggiungere due ulteriori ragionamenti: solo una manciata di interrogativi, basati più sulla percezione italiana di quei fatti che non sui fatti in sé. Attacco al potere



