scenari – la nazione sono io

Tredici giorni di orrore nella città di Bucha

  • Fino al 24 febbraio abbiamo vissuto una vita assolutamente felice.
  • Quel giorno, come al solito, la mia sveglia era puntata alle 5.45 della mattina. Mi sarei preparata per andare al lavoro a Kiev. Mia madre mi ha chiamato qualche minuto prima che suonasse, urlando: «È iniziata la guerra!». Quando ho ricevuto la chiamata, ero sconvolta.
  • Abbiamo capito che non saremmo riusciti a scappare e che dovevamo rifugiarci in un bunker il prima possibile. Ho preso una valigia e sono corsa nel primo rifugio che ho trovato. Non ce ne siamo andati da quel sotterraneo.

Per continuare a leggere questo articolo