Il miracolo che non c’è più

La Corea del Sud si affida al Grande fratello per sconfiggere la pandemia

Persone che indossano una mascherina a Seoul, in Corea del Sud (AP Photo/Ahn Young-joon)
Persone che indossano una mascherina a Seoul, in Corea del Sud (AP Photo/Ahn Young-joon)
  • All’inizio della pandemia da Covid-19 la Corea del Sud fu unanimemente considerata come un modello al quale rifarsi. Ora le cose sono cambiate: gli ospedali sono in sofferenza, c’è chi muore a casa, è stato imposto un coprifuoco.
  • A gennaio dovrebbe essere data attuazione a un progetto pilota – che avrà come epicentro Puch’ŏn, una delle città più densamente popolate nelle vicinanze della capitale Seoul – volto all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, del riconoscimento facciale e di migliaia di telecamere a circuito chiuso per tracciare i movimenti di coloro che hanno contratto il virus.

  • La pandemia ha comunque provocato un crescente sentimento di impotenza in seno alla popolazione sudcoreana, favorendo un processo di frammentazione sociale. Ciò, almeno stando a recenti indagini condotte dalla Seoul National University, avrebbe avuto origine dalla percezione in base alla quale non tutti sarebbero rispettosi delle linee guida e delle restrizioni adottate dal governo.

Per continuare a leggere questo articolo