l’isola della discordia

Così Taiwan è diventato il terreno dello scontro fra Stati Uniti e Cina

  • Dal 1949, quando i comunisti di Mao hanno scacciato i nazionalisti costringendoli a rifugiarsi a Taiwan, il governo di Pechino ha incessantemente considerato l’isola alla stregua di una “provincia ribelle”, che prima o poi dovrà “fare ritorno alla madrepatria”.
  • Nonostante in alcuni momenti della storia recente le relazioni economiche tra le due sponde dello Stretto siano state molto positive, le autorità della Cina continentale si sono costantemente e seccamente opposte a qualunque velleità di indipendenza da parte taiwanese.
  • Non sembra difficile immaginare come le aggressive azioni cinesi nello Stretto rappresentino un chiaro segnale agli Stati Uniti, che tradizionalmente hanno dichiarato di voler tenere fede all’accordo – il Taiwan Relations Act del 1979 – in base al quale nel caso in cui Taipei fosse oggetto di un attacco esterno gli americani interverrebbero in sua difesa.

Il 2 dicembre 2016, Donald Trump, ormai presidente in pectore degli Stati Uniti, è stato raggiunto da una telefonata che gli ha fatto immediatamente capire quanto complicato sarebbe stato, nell’immediato futuro, il rapporto tra Washington e Pechino. All’altro capo dell’apparecchio c’era Tsai Ing-wen – eletta alla presidenza della Repubblica di Cina, meglio conosciuta come Taiwan, solo sei mesi prima del tycoon statunitense – che desiderava complimentarsi per il successo elettorale riscosso da T

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