Una donna afghana sarebbe stata abusata sessualmente da un agente della polizia di frontiera croata. A riportare la notizia è un articolo del Guardian secondo il quale, il poliziotto avrebbe costretto la donna a spogliarsi dopo essere stata minacciata con un coltello durante una perquisizione al confine con la Bosnia.

Secondo un dossier del Danish refugee council (Drc), l’incidente è avvenuto la notte del 15 febbraio in Croazia a pochi chilometri dalla città bosniaca di Velika Kladuša. La Commissione ha chiesto alle istituzioni croate di approfondire la questione.

Il rapporto della Drc ha raccolto la testimonianza della donna: «Ci ha insultato, ha schiaffeggiato l’anziano che era con noi e i bambini, e ci ha detto di svuotare le tasche e mostrare loro le nostre borse», ha raccontato la vittima. «Poi mi ha preso da parte e ha iniziato a perquisirmi e ho insistito che non doveva toccarmi. Mi ha chiesto perché. Gli ho detto che perché sono una donna e una musulmana ed è haram. L’ufficiale mi ha dato uno schiaffo sulla testa e mi ha detto: se sei musulmana, perché sei venuta in Croazia, perché non sei rimasta in Bosnia con i musulmani?»

Nella testimonianza la donna racconta che è stata costretta a spogliarsi davanti agli ufficiali che hanno iniziato a toccarla sotto minaccia. «Ero spaventata e in lacrime. Ha chiesto di portarmi nella foresta e mi ha chiesto se avevo capito cosa voleva dire. Gli ho fatto capire a gesti che non capivo. L’ho fatto. L’ufficiale allora mi ha afferrato la spalla e mi ha spinto in direzione di un altro ufficiale. Entrambi avevano delle torce sulla fronte e non riuscivo a vedere bene. L’ufficiale che mi aveva toccato tirò fuori un coltello e me lo mise alla gola. Mi ha detto che, se avessi detto qualcosa a qualcuno, mi avrebbe ucciso e, se fossi mai tornata in Croazia».

Charlotte Slente, segretaria generale della Drc, ha detto al Guardian che si sono registrati meno respingimenti nel 2021, ma «i modelli di violenza e abuso riportati al confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina rimangono invariati». Dal 2019 sono circa 24mila i migranti respinti illegalmente.

«Siamo in contatto con le autorità croate – dice Slente – che si sono impegnate a indagare sulle accuse di maltrattamenti alle loro frontiere esterne, a monitorare da vicino la situazione e a tenere informata la commissione sui progressi fatti. La commissione le assiste in questo compito, finanziando un meccanismo di monitoraggio indipendente, attuato dalla Croazia, che coinvolge diversi attori, come le ong e le organizzazioni internazionali».

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