Prima di passare alla storia come l’unico presidente americano con due procedure di impeachment sul groppone, in questi quattro anni da presidente, Donald Trump ha collezionato tra una crisi nucleare e l’altra, diverse memorabili gaffe che meritano di essere ripercorse.

Inietta che ti passa

Solo nell’ultimo anno, la crisi del Covid-19 ha causato diverse “defaillance” per il presidente americano. Indimenticabile e purtroppo per alcuni seguaci non , l’invito rivolto da Trump agli americani a iniettarsi i disinfettanti per le mani così da mettersi al riparo dal virus. Purtroppo, alcuni statunitensi hanno preso sul serio l’invito di Trump e nel corso dei giorni successivi alle dichiarazioni del repubblicano si sono verificate diverse chiamate ai numeri di emergenza americani di persone che si erano iniettate il disinfettante. Sempre sul tema Covid-19, impossibile dimenticare le iniziali rassicurazioni di Trump che aveva definito il virus, che ha causato oltre 350mila morti negli Stati Uniti, un «raffreddore cinese». Il presidente repubblicano avrebbe poi detto che la sua decisione di minimizzare i rischi era dovuta «alla volontà di rassicurare i cittadini».

Theresa May, la pornostar

Anche in politica estera, Trump ha collezionato figure poco gloriose. Nel 2017, il suo ufficio stampa aveva annunciato un incontro tra il presidente americano e Teresa May dimenticando la “h” nel nome della ex prima ministra britannica, Theresa May. L’incidente ha avuto una ripercussione alquanto imbarazzante visto che ha confuso la politica con la star del soft porn, Teresa May. La figuraccia su May non è stata isolata. In un’altra occasione lo staff presidenziale confuse il ministro degli Esteri australiano Julie Bishop con il premier Malcolm Turnbull. Inoltre, Trump passerà alla storia come il presidente che ha dato pacche sulle spalle all’imperatore giapponese e in India come l’uomo che ha chiesto al premier, Narendra Modi, come stesse la moglie da cui aveva divorziato da anni.

L’attentato svedese fantasma

Se da una parte Trump non ha voluto «spaventare» gli americani minimizzando la portata del virus, quando si parla del terrorismo islamico il presidente americano e il suo staff si sono fatti prendere fin troppo la mano. Nel febbraio del 2017 mentre arringava una folla di sostenitori, Trump aveva invitato gli americani a stare in guardia dagli attacchi degli estremisti islamici e dopo avere citato i casi degli attentati di Bruxelles, Parigi e Nizza aveva sfoderato “l’asso” dell’attentato in Svezia dicendo: «Avete visto cosa è successo in Svezia? Chi l’avrebbe mai detto». Ma in Svezia non era accaduto nulla. Le parole di Trump avevano causato la dura reazione dell’ambasciatore svedese che aveva chiesto spiegazioni. Anche altri membri dello staff di Trump avevano mostrato una certa predisposizione per gli attentati mai avvenuti. La consigliera Kellyanne Conway aveva infatti parlato nelle settimane precedenti di un fantomatico massacro a Bowling Green ad opera di terroristi islamici in una cittadina del Kentucky, che non era in realtà mai accaduto.

Il muro nel confine che non c’è

La voglia di aizzare i suoi supporters ha giocato brutti scherzi a Trump anche in un’altra occasione rimasta celebre. Era l’ottobre del 2019 e il repubblicano si era lanciato in un ardito elenco dei muri che stava costruendo per bloccare l’arrivo dei migranti sudamericani tramite le frontiere messicane: «Stiamo costruendo un bellissimo muro in New Mexico e un altro bellissimo in Colorado! Questi muri non si potranno oltrepassare in nessun modo». Peccato che il Colorado non abbia confini con il Messico. La gaffe aveva provocato diverse battute e lo stesso Trump era poi stato costretto a intervenire per dire di avere voluto «scherzare».

Dov’erano i curdi?

Il presidente americano sarà anche ricordato per un improvvido paragone storico. Nel dicembre del 2019, l’amministrazione statunitense era sotto attacco per via del ritiro delle truppe americane dalla Siria settentrionale. La decisione aveva significato in pratica l’abbandono dei curdi che dopo avere lottato contro l’Isis aiutando le forze occidentali si sarebbero trovati colpiti dalla repressione del regime del dittatore, Bashar al-Assad, alleato del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, storico nemico dei curdi. Per giustificare la sua decisione, Trump aveva provocatoriamente detto: «I curdi non ci hanno aiutato contro i nazisti». Il paragone era stato oggetto di critiche e ironie sul web ed era stato da molti accostato alla domanda retorica posta nel Signore degli Anelli dal re di Rohan, Theoden: «Dov’era Gondor quando cadde l’Ovestfalda?».  Probabilmente a costruire un muro in Colorado.

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