- Per il presidente questa Joe Biden la Corte a vasta maggioranza conservatrice si è sempre caratterizzata come un corpo “nemico”.
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Le ultime sentenze hanno reso incostituzionale l’uso delle quote razziali nella selezione delle università, hanno reso illegittimo il piano per cancellare il pagamento dei debiti studenteschi e garantito il diritto di una web designer di non prestare il suo servizio professionale alle coppie gay.
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Già lo scorso anno la tensione era alle stelle quando con la sentenza Dobbs v. Jackson è stata cancellata la protezione federale del diritto all’aborto, con ben quattordici stati che hanno attuato divieti assoluti.
I rapporti dell’amministrazione Biden con la Corte Suprema sono stati tesi sin dal primo giorno di mandato, anzi, si può dire anche da prima delle elezioni, con la frettolosa sostituzione della giudice progressista Ruth Bader Ginsburg, scomparsa nel settembre 2020, con la conservatrice Amy Coney Barrett, confermata dal Senato prima del voto. Per il presidente questa Corte a vasta maggioranza conservatrice si è sempre caratterizzata come un corpo “nemico”. A maggior ragione dopo le ultime sent



