Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden al summit internazionale sul clima ha annunciato il nuovo target climatico degli Usa: «Tagliare del 50 per cento le emissioni per la fine del decennio – dunque 2030 – è questo l’obiettivo verso cui siamo diretti come nazione», un primo passo per «arrivare a zero emissioni nette al 2050». Per Biden questa è la strada per un’economia «più prospera, sana, giusta e conveniente» per tutto il pianeta, anche se, ha tenuto a specificare Biden, «gli Stati Uniti rappresentano il 15 per cento delle emissioni di tutto il mondo, nessuna nazione può risolvere la crisi climatica da sola». Questo decennio «è decisivo» ha ribadito, «ce lo dice la scienza» e ha esortato tutte le maggiori economie mondiali, presenti al summit, a unirsi contro il mutamento climatico.

Pochi minuti di discorso che hanno ribaltato le posizioni sostenute durante il mandato dell'ex presidente Donald Trump, e un salto in avanti rispetto all’amministrazione Obama, che dopo gli accordi Parigi del 2015 aveva fissato un target di riduzione al 2030 del 32 per cento delle emissioni rispetto al 2005.

L’intervento di Draghi

Dopo Biden sono intervenuti gli altri leader, da Xi Jinping a Valdimir Putin, da  Angela Merkel, a Emmanuel Macron, ognuno ha espresso il suo impegno sul clima (che per la Russia però non prevede target precisi ma un generico impegno a ridurre le emissioni). A seguire anche l’intervento del presidente del consiglio Mario Draghi che ringraziato Biden: «Ora abbiamo fiducia che insieme possiamo vincere questa sfida» ha esordito. Ha ricordato che l’Unione europea si è accordata su nuovi obiettivi di taglio delle emissioni e a sua volta per puntare alla neutralità climatica nel 2050. L’Italia «è un paese bellissimo ma fragile, la lotta per il mutamento climatico è una battaglia per la nostra storia e il nostro paesaggio». L’Italia userà la sua influenza nei vertici finanziari e la presidenza del G20 per spingere verso ambiziosi obiettivi climatici: «La presidenza italiana ha proposto di tenere una riunione ministeriale congiunta su Clima ed Energia. Una forte risoluzione da parte del G20 aumenterà le chances di una COP26 di successo a Glasgow» ha sottolineato. I paesi del G20 sono responsabili del 75 per cento delle emissioni mondiali. «Vogliamo agire ora, non pentircene dopo» ha concluso.

L’anticipazione della Casa Bianca

La Casa Bianca aveva anticipato il contenuto del discorso del presidente degli Stati Uniti annunciando la riduzione del 50-52 per cento delle emissioni rispetto al 2005 entro il 2030. Così come detto da Biden nel suo intervento in streaming, era già stato ribadito che gli Stati Uniti penseranno anche ai posti di lavoro. L'annuncio hanno spiegato «è parte del focus del presidente sulla ricostruzione di un'economia migliore che possa creare milioni di posti di lavoro ben pagati, tutelati dai sindacati, assicurare la competitività economica, far avanzare la giustizia ambientale e migliorare la salute e la sicurezza delle comunità in tutta l'America». Ricordano che dal primo giorno di presidenza Biden ha mantenuto al promessa di far rientrare gli Usa negli accordi di Parigi, e il nuovo obiettivo di taglio di emessioni è il prodotto «della revisione approfondita» avviata dall'amministrazione in questi mesi per individuare «le migliori opportunità per contrastare i cambiamenti climatici già in atto». Washington intende assumere questo obiettivo, chiamato Nationally Determined Contribution, nell'ambito degli accordi di Parigi e lo presenterà formalmente all'Onu. «Questo nuovo target ci permettere di fare leva per spingere sull'azione climatica negli altri Paesi - ha spiegato un funzionario della Casa Bianca - ogni riduzione ottenuta negli Stati Uniti ha l'effetto di ispirare azioni all'estero». Ai tempi dell'amministrazione Obama, gli Usa si sono impegnati alla riduzione tra il 26 e il 28 per cento entro il 2025, sempre rispetto ai livelli del 2005. Secondo i dati dell'Epa, l'agenzia dell'Ambiente americana, nel 2019 le emissioni erano diminuite del 13 per cento.

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