Droni su Copenaghen, l’Ue contro Mosca. Trump dice sì all’abbattimento dei jet

I paesi membri della Nato devono abbattere gli aerei russi che violano il loro spazio aereo? Alla domanda di un giornalista Donald Trump risponde senza esitazioni: «Si». A margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente ha poi specificato: «Dipende dalle circostanze. Ma come sapete, siamo molto risoluti nei confronti della Nato». Insomma – salvo i soliti stop-and-go ai quali il presidente americano ci ha abituati da tempo – sembra prendere forma una sorta di tesa compattezza nei confronti della Russia di Putin e dei suoi continui sconfinamenti. Come quello – forse, perché le prove ad ora non ci sono – che si è registrato l’altra notte sui cieli di Copenaghen e di Oslo. Il motivo per cui sono stati chiusi lunedì notte i cieli sopra l'aeroporto di Kastrup (il più grande della Danimarca) è l'avvistamento di alcuni droni: due, forse tre. Per la premier Mette Frederiksen si tratta dell'attacco «più grave alle infrastrutture critiche danesi fino ad oggi» e non esclude sia opera di Mosca. E il movente – a chi tra i giornalisti glielo ha chiesto – ha detto che è «ovvio»: quei velivoli servivano a «creare disordini. Per causare preoccupazione. Per vedere fin dove ci si può spingere e testare i limiti». «Un patto sulle atomiche»: Putin blandisce Trump anche sulle armi nucleari Scene già viste Le scene sono quelle già viste qualche giorno fa negli aeroporti di Londra e Bruxelles: voli cancellati, in ritardo o dirottati verso altre città per un attacco hacker che ha colpito i servizi d'imbarco degli aeroporti britannici e belgi. Qualche ora dopo, in Norvegia, è accaduta la stessa cosa: lo scalo di Oslo è stato chiuso per gli stessi avvistamenti. Per questo «c'è motivo di credere che possa esserci un collegamento», ha detto il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Store. I norvegesi non hanno dimenticato ad aprile e ad agosto scorso caccia russi in volo a Vardo, poi a luglio in una zona disabitata a Finnmark lungo il confine orientale. Si tratta di «incidenti di minore portata rispetto alle violazioni contro Estonia, Polonia e Romania», infrazioni meno preoccupanti «sia in termini di luogo che di durata», ma comunque – ha detto il premier – di incursioni che ad Oslo prendono «molto seriamente». Non è stata stabilita l'intenzionalità di quelle infrazioni, non si sa se siano stati errori di navigazione, ma ormai non importa: «Non è accettabile». L'allerta Nato è massima da quando è stato violato lo spazio aereo polacco con uno sciame di droni e quello estone con jet russi nelle ultime settimane. Flemming Drejer, numero uno dei servizi segreti danesi, ha detto che ogni possibile dettaglio è al vaglio delle indagini e si cerca in ogni direzione, ma ha aggiunto anche che «è chiaro che, data l'attuale minaccia e ciò a cui stiamo assistendo sulla scena internazionale» rimane possibile che si trovi lo zampino russo tra le nuvole di Copenaghen. Una cosa invece è già chiara a Jens Jespersen, capo della polizia danese: il colpevole è «un attore competente», qualcuno «che ha le capacità, la volontà e gli strumenti per mettersi in mostra in questo modo». L'abilità del responsabile si evince dal «numero, dimensioni e traiettorie» dei velivoli che, ha dichiarato la portavoce delle forze dell'Ordine Anette Ostenfeldt, erano grandi, «non da hobby». Ma ora sono scomparsi, insieme alle informazioni sul luogo d'origine della loro partenza. L'Ue invece non è incerta: «Abbiamo visto uno schema chiaro e punta sulla Russia», ha detto la portavoce della Commissione Anitta, secondo cui Mosca «sta testando i nostri confini». Dubbi non ne ha nemmeno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: sono di Mosca anche questi ultimi droni, e «senza una risposta decisa la Russia continuerà a perpetrare tali violazioni». «Reagiremo sempre con determinazione», ha dichiarato da parte sua il segretario generale della Nato, Mark Rutte, che però sull'ultimo caso di droni intrusi frena: «I danesi stanno valutando esattamente cosa è successo, è troppo presto» per dire che siano stati i russi. Il Consiglio Atlantico, riunito su richiesta estone dopo che i Mig-31 russi hanno violato lo spazio aereo di Tallin, accusa: «La Russia è pienamente responsabile di queste azioni, che costituiscono un'escalation». L'ostilità dei velivoli non identificati nei cieli rimane misteriosa. Mosca non esita a smentire risolutamente. Sentenzia Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino: «Chi è serio non dovrebbe ripetere continuamente accuse così infondate». Anche l'ambasciata russa a Copenhagen nega: «La Russia non vuole aggravare le tensioni in Europa». Gli occhi minacciosi dei droni sul viaggio della Flotilla Il fronte sempre più caldo Nei cieli di Mosca anche la Difesa russa contava droni: ne ha scovati e abbattuti 26, ha riferito il sindaco della capitale Sobyanin; anche agli aeroporti di Domodedovo e di Sheremetyevo centinaia i voli cancellati e ritardati. Intanto, al fronte, la conquista quasi totale di Kupyansk rivendicata dalla Difesa russa consentirà alle truppe di avanzare «in profondità» nella regione di Kharkiv, avverte il Cremlino. Ora gli scandinavi hanno ravvivato e riunito le forze e lanciato un'indagine comune. Pure l'Ue intensifica i colloqui per creare il suo a lungo dibattuto “muro dei droni”: Ucraina, Commissione Ue, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Polonia, Romania e Bulgaria si incontreranno venerdì per discutere del progetto per blindare il fianco est. Qualcosa è cambiato rispetto all'estate scorsa, quando la Commissione ha respinto la richiesta di Tallinn e Vilnius che pretendevano un finanziamento da 12 milioni di euro: nelle ultime settimane la presidente Ursula von der Leyen ha ribadito che il blocco deve «ascoltare l'appello degli amici baltici». Due diplomatici hanno riferito in anonimo a Politico che il primo ottobre prossimo proprio a Copenaghen, durante l'incontro informale dei leader Ue, ne proporrà già il finanziamento. Kiev, la prova di forza di Putin: il nucleare tattico non è più tabù