Come in Canada le minacce del presidente Usa e i dazi hanno premiato le forze della sinistra. Il laburista è il primo premier australiano a vincere un secondo mandato consecutivo in vent’anni
È il secondo episodio dell’effetto Trump sulle forze della sinistra globale premiate dall’opposizione alle politiche di estrema destra del presidente americano. Come già avvenuto in Canada, le minacce dei dazi e le politiche isolazioniste e conservatrici degli Usa hanno premiato al voto il laburista Anthony Albanese, che ha scatenato una ovazione dei suoi sostenitori quando ha mostrato con orgoglio la tessera sanitaria del servizio sanitario nazionale durante il suo discorso per celebrare la vittoria nel quartier generale dei laburisti. Il conservatore filo-presidente americano Peter Dutton invece ha perso addirittura il seggio e ha ammesso la cocente sconfitta. Questo in sintesi il messaggio proveniente dalle elezioni politiche australiane dove la paura dell’inflazione e i timori per le aggressive politiche commerciali contro gli alleati varate da Trump sono state le questioni chiave per gli elettori che hanno votato a valanga a sinistra.
L'australiano Anthony Albanese, cattolico di origini italiane da parte di padre conosciuto solo nel 2011, ha conquistato sabato uno storico secondo mandato come primo ministro, in una spettacolare rimonta contro i conservatori, vittoria alimentata dalle forti preoccupazioni degli elettori sull'influenza nefasta delle politiche del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Alle elezioni Albanese ha promesso di investire su energie rinnovabili, affrontare il peggioramento della crisi abitativa e sostenere un sistema sanitario in crisi. E soprattutto di resistere alle pressioni commerciali di Donald Trump che, secondo molti, ha dato una spinta decisiva alla vittoria di Albanese. Un po' come accaduto in Canada con Mark Carney.
Albanese non ha mai dimenticato le sue origini popolari. Anzi. Le rivendica con orgoglio, non solo per sé ma per l'Australia intera. "La dice lunga sul nostro grande paese il fatto che il figlio di una madre single con pensione di invalidità, cresciuto in una casa popolare in fondo alla strada a Camperdown, (vicino a Sydney), possa stare davanti a voi stasera come primo ministro australiano", aveva detto la sera della prima vittoria. Un ragazzo che a soli 12 anni si unisce alle proteste contro la vendita delle case popolari in cui viveva, e il tentativo del governo viene bloccato. Al partito laburista si iscrive nel 1979, a soli 16 anni.
Peter Dutton, leader del partito conservatore australiano, ha ammesso la sconfitta e la perdita del proprio seggio, riecheggiando il destino dei conservatori canadesi e del loro leader, la cui sconfitta elettorale era stata attribuita anch'essa alla reazione negativa dell’elettorato contro Trump.
Albanese ha affermato che i laburisti formeranno un governo di maggioranza. Albanese è il primo premier australiano a vincere un secondo mandato consecutivo in vent'anni. Il sito web della Commissione Elettorale Australiana ha pubblicato i primi risultati che mostravano il partito laburista in vantaggio su una coalizione di Liberal e National, con il 55,94 per cento contro il 44 per cento, con una preferenza bipartitica. Dutton ha dichiarato di aver telefonato ad Albanese per congratularsi, come riporta la Reuters.
L’effetto Trump
«Se si getta fango a sufficienza, si attaccherà», ha affermato la senatrice liberale Jacinta Price, le cui dichiarazioni secondo cui il suo partito avrebbe «reso l'Australia di nuovo grande» avevano alimentato paragoni con lo slogan di Trump. Dutton aveva affermato che avrebbe nominato Price a un ministero per l'efficienza governativa, uno dei tanti esempi di politiche simili a quelle di Trump.
I liberali erano in testa nei sondaggi d'opinione già a febbraio, quando gli elettori accusavano il governo per le pressioni sul costo della vita e gli alti costi degli alloggi. All'inizio dello scrutinio, Chalmers del partito laburista ha affermato che il governo era «in difficoltà» alla fine del 2024, ma è tornato in lizza grazie all'ottima campagna elettorale di Albanese, alle politiche che hanno affrontato le preoccupazioni sul costo della vita e all'effetto Trump.
«L'economia è passata da una fase negativa a una positiva: il taglio dei tassi d'interesse è stato parte della storia», ha dichiarato all'Australian Broadcasting Corporation. La banca centrale ha tagliato i tassi a febbraio, alla vigilia delle elezioni, invertendo la rotta dopo 13 aumenti dei tassi d'interesse che avevano fatto lievitare le rate dei mutui per le famiglie.
Warren Buffett contro Trump
A sorpresa il finanziere americano Warren Buffett ha attaccato le politiche economiche di Trump: «Commercio e dazi non devono essere un'arma usata da parte di Washington perché così irrita tutto il mondo», ha affermato in una intervista alla Cnbc. «È un grosso errore quando hai sette miliardi e mezzo di persone che non ti apprezzano molto, e 300 milioni che in qualche modo si vantano di quanto bene hanno fatto. Non credo sia corretto, e non credo sia saggio», ha concluso Buffet.
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