Elizabeth Loftus: «Epstein, Trump e la trappola dei falsi ricordi»

Il fantasma di Epstein volteggia insistente su Trump, al punto che i tentativi di distrazione di massa sulle molteplici paci mondiali promesse o di concentrarsi sull’economia interna appaiono impacciati e inefficaci. La battaglia del presidente sembra sempre più riguardare colpa e verità. Un destino che il magnate Usa potrebbe finire col condividere con la principale “sopravvissuta” dell’eredità criminale del finanziere-predatore: Ghislaine Maxwell. Finora salvatrice del presidente – che non si sa più fino a che punto sia ex amico di Epstein – la 63enne ha ottenuto da quest’estate condizioni carcerarie migliori anche per non aver spifferato, almeno pubblicamente, tutto quello che sembra poter sapere. Ma quanto lo ha fatto in maniera pienamente consapevole? Nella trappola Epstein. Trump è in un cul-de-sac e i Maga sono spaccati Memorie e suggestioni «La memoria può essere alterata, distorcersi o essere esagerata, soprattutto se una persona è stata esposta a informazioni suggestive». Secondo Elizabeth Loftus, l’esito della partita Epstein – con i conseguenti effetti sulla parabola presidenziale di Trump – si gioca sulla capacità della mente di avere ricordi che coincidano il più possibile con la verità: quella dimostrabile, non assoluta. Psicologa forense, professoressa all’Università della California, Loftus è una studiosa della distorsione della memoria e dell’effetto dell’informazione inattendibile. Nel 2021 è stata chiamata come consulente della difesa nel processo contro Ghislaine Maxwell. Conosce tutto quello che è a verbale dal 2006 fino al 2021 negli interrogatori dell’Fbi sul caso. Col passare del tempo «è inevitabile che i ricordi sbiadiscano e diventino più vulnerabili a influenze esterne» e va considerato che «esiste comunque molta pressione e scambio di favori: ‘io faccio questo per te, tu fai quello per me’». Così parla di Maxwell, dei suoi ricordi e delle sue verità, Loftus, figura assai controversa per i tribunali americani e asso nella manica di molte squadre legali. O.J. Simpson, Michael Jackson, Bill Cosby, Martha Stewart, Ted Bundy, i fratelli Menendez, Harvey Weinstein: per tutti loro ha prestato consulenza per i team della difesa e ha testimoniato in aula. Il caso Epstein mette alla prova la lealtà del mondo Maga verso il tycoon Si muove su un terreno assai scivoloso, ma per questo è tenuta in grandissima considerazione. Quella di Epstein, della corte di potenti, del buen retiro di Little Saint James nelle Isole Vergini, delle ragazze al suo servizio, del jet Lolita Express e del suo sevizio-navetta con a bordo premier, ex o prossimi presidenti, è una storia senza un finale ancora certo. E la teoria del complotto è spesso quella che viene alla mente per spiegarlo e ricostruirne i motivi: «Molti volevano accedere ai documenti, forse sperando di trovarvi nomi famosi, anche di politici di sinistra. Alcuni ora credono che il governo nasconda qualcosa. La curiosità pubblica è soprattutto su chi abbia visitato l’isola e chi possa aver avuto rapporti sessuali con persone sotto il controllo di Epstein», spiega Loftus. Che è convinta che così come i presunti colpevoli possano avere falsi ricordi, «lo stesso valga per gli accusatori: soprattutto se i ricordi risalgono a vent’anni prima. Quando una persona dice “non ricordo” o ricorda in modo diverso, può trattarsi di un errore di memoria e non di una menzogna deliberata». Alla domanda se davvero le accusatrici potrebbero avere falsi ricordi, o in qualche modo avere infiocchettato la realtà, Loftus dice: «Non lo posso stabilire con certezza. In alcuni casi, però, le loro versioni sono cambiate anche dopo più di dieci anni. Come psicologa ritengo che una delle cause principali di cambiamento nei ricordi sia l’esposizione a informazioni suggestive o a interrogatori condotti in modo tendenzioso». Caso Epstein, le mail che inguaiano il tycoon: «Trump ha trascorso ore a casa mia con una minorenne» A quattro anni dal processo contro Maxwell - erede del funambolico editore Robert, astuto imprenditore accusato tra l’altro di essere agente del Mossad e morto misteriosamente annegato, di cui Ghislaine è la nona e ultima figlia - entrambe le parti potrebbero accusare episodi di distorsione della memoria. «Non è solo questione di quattro anni: alcuni ricordi si riferiscono a fatti di vent’anni fa». La complice di Epstein ha finora tenuto per sé i ricordi delle visite di Trump a Jeffrey salvandolo da ulteriori imbarazzi ora riaffiorati con le mail che i democratici hanno reso pubbliche questa settimana. La mentalità degli Stati Uniti è dunque così assoggettata ai personaggi di potere che si possono conquistare l’impunità dell’immagine e della giustizia? «Alcune abusano sicuramente del loro potere. Ma è anche vero che persone potenti sono state accusate e perseguite». L’algoritmo della menzogna. Trump usa le fake news come arma politica Alla domanda se, secondo lei, Trump abbia avuto rapporti con ragazze minorenni, Loftus dice: «So che degli uomini di potere hanno incontrato alcune delle donne che oggi sono coinvolte nel caso, ma non so cosa sia successo. Ci sono racconti che parlano di feste, altri di abusi, ma senza prove certe non si può dire». Nella sua carriera di psicologa forense chiamata a testimoniare in alcuni dei casi più mediatici della storia recente, Elizabeth Loftus non ha mai pensato che coloro ai quali ha dedicato il suo tempo fossero «innocenti nella loro interezza». Allo stesso modo, spiega, «faccio anche parte di quel gruppo minoritario di persone che crede sia giusto mettere sotto giudizio entrambe le parti di un processo».