Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è stato ricevuto con tutti gli onori l’altro ieri a Gedda, in Arabia Saudita, dopo aver messo a tacere le tensioni che nel passato avevano segnato i rapporti tra i due paesi a seguito dell’uccisione del giornalista di Riad, Jamal Khashoggi, il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita di Istanbul.

Erdogan ha ammorbidito i toni con l’Arabia Saudita anche a causa della pesante crisi economica (la peggiore degli ultimi 20 anni) che ha colpito la Turchia. Uno dei primi passi per il rafforzamento dei rapporti bilaterali è stato fatto lo scorso giugno. Erdogan ha accolto il principe saudita, Mohamed bin Salman, ad Ankara con tutti gli onori e inaugurato una nuova era tra i due paesi.

L’accordo su droni

A Gedda, Turchia e Arabia Saudita hanno firmato un memorandum sulla promozione di investimenti diretti, della comunicazione e dell’energia. Ma l’accordo più significativo riguarda la fornitura di droni turchi all’Arabia Saudita.

Si tratta del «maggiore contratto di esportazione nel settore della Difesa nella storia della Turchia», ha affermato su Twitter Haluk Bayraktar, amministratore delegato della società turca Baykar che esporterà i droni nel paese arabo. Bayraktar ha fatto sapere che l’accordo con Riad prevede il «trasferimento di tecnologia» e una «produzione congiunta» per quanto riguarda i droni.

Durante la visita, Erdogan ha regalato a Mohammed bin Salman un’automobile Togg, la prima auto elettrica prodotta dalla Turchia, che è stata presentata nei mesi scorsi. Erdogan ha poi proseguito il viaggio nel golfo Persico a caccia di investitori recandosi in Qatar ed Emirati Arabi Uniti.

La svolta dell’Arabia Saudita

Il viaggio del presidente turco si colloca in un momento in cui Riad, il maggior produttore di petrolio – parte del cartello Opec – è impegnata nel tentativo di diventare leader del mondo arabo.

Obiettivo intuibile anche dalla ripresa dei rapporti diplomatici con l’Iran (grazie alla mediazione cinese) e dalla mitigazione delle vecchie contrapposizioni con la Siria e il Qatar.

Va preso atto che la politica estera dell’Arabia Saudita non sarà più quella di prima, all’ombra di Washinton. Gli Stati Uniti sono ancora indispensabili alla difesa del regno saudita, ma Riad vuole cominciare ad affrancarsi e a sviluppare una propria industria della difesa.

L’apertura economica

La visita avvenuta a Riad è stata preceduta dagli incontri tra il ministro delle Finanze saudita, Mohammed al Jadaan, l’omologo della Turchia, Mehmet Simsek, e la neo governatrice della Banca centrale turca, Hafize Gaye Erkan.  Al centro dei colloqui l’idea di attrarre fondi sauditi nell’immobiliare e nelle costruzioni.

Il 6 marzo – poco prima del voto del 28 maggio scorso che ha visto per la terza volta Erdogan essere eletto presidente turco – Riad aveva reso noto che avrebbe depositato, a dicembre 2023, 5 miliardi di dollari presso la Banca centrale turca attraverso il Fondo saudita per lo sviluppo.

Il tour di Erdogan

Quanto alla visita in Qatar, si tratta di una visita in un paese amico da tempo con cui Ankara ha rapporti stretti al punto da aprirvi una base militare.

Doha e Ankara, come se non bastasse, condividono la stessa posizione ideologica riguardo all’islam politico, essendo entrambe sostenitrici della Fratellanza musulmana, posizione che invece divide Ankara da Riad.

Infine, Erdogan si è recato ad Abu Dhabi, (i rapporti erano tesi a causa di un presunto coinvolgimento degli Emirati nel fallito golpe del 15 luglio 2016 secondo la stampa turca) dove ha incontrato il presidente degli Emirati, il potente Mohammed bin Zayed al Nahyan. Anche qui la richiesta di Erdogan è stata quella di aumentare gli investimenti per sostenere l’economia turca.

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