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Il prossimo 4 agosto sarà trascorso un anno dall’esplosione del magazzino del porto di Beirut in cui erano stoccate, senza adeguate misure di sicurezza, più di 2.500 tonnellate di nitrato di ammonio.
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La vicenda del porto di Beirut rappresenta in tutta la sua drammaticità l’implosione dello stato libanese.
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Un’implosione le cui cause vanno ricercate sia nella fragilità istituzionale e nei limiti del sistema politico che attribuisce le cariche su base confessionale, assegnando così ai cristiani maroniti il presidente, ai sunniti il premier e agli sciiti il presidente del parlamento, sia nelle contrapposizioni regionali tra Israele e Monarchie del Golfo da una parte e Iran dall’altra.
Se non si rinnova, il Libano rischia di diventare un nuovo stato fallito nel Mediterraneo
23 luglio 2021 • 17:26Aggiornato, 23 luglio 2021 • 17:27