Il premier etiope, Abiy Ahmed, ha detto che rifiuterà ogni «interferenza internazionale» nel conflitto in atto nella regione del Tigray. Si tratta di una risposta alle richieste per un cessate il fuoco nella regione avanzate negli ultimi giorni dalle Nazioni unite e dall’Unione africana. Il conflitto nel Tigray è iniziato il 4 novembre quando il governo centrale ha lanciato un’offensiva militare contro le forze del partito di opposizione che governa la regione, il Fronte per liberazione del Tigray (Tplf). Secondo l’esecutivo guidato da Ahmed, il Tplf sarebbe stato il responsabile di un attacco perpetrato contro una base militare federale.

Domenica il governo centrale aveva dato un ultimatum alle forze ribelli per arrendersi prima che l’esercito federale marciasse sulla capitale del Tigray, Macallè. La Nazioni unite hanno lanciato l’allarme sulle conseguenze umanitarie della guerra dicendo che il conflitto rischia di creare fino a 200mila profughi. Recentemente l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ha chiesto di avere pieno accesso all’area. 

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