nonostante le politiche del governo

Il presidente etiope non riesce a sconfiggere la violenza sulle donne

A Tigrayan refugee woman who fled the conflict in the Ethiopia's Tigray sits in front of her shelter at Hamdeyat Transition Center near the Sudan-Ethiopia border, eastern Sudan, March 14, 2021. (AP Photo/Nariman El-Mofty)
A Tigrayan refugee woman who fled the conflict in the Ethiopia's Tigray sits in front of her shelter at Hamdeyat Transition Center near the Sudan-Ethiopia border, eastern Sudan, March 14, 2021. (AP Photo/Nariman El-Mofty)

Il premier Abiy Ahmed ha messo tra le sue priorità la realizzazione di condizioni migliori per le donne, ma il suo progetto per ora rimane confinato alla classe abbiente del paese. Nelle campagne tutto è rimasto come prima e lo dimostrano le azioni terribili compiute dall’esercito in Tigray

  • Il primo ministro si è rivolto al suo esercito dicendo che chi ha compiuto gli atti di violenza contro le donne sarà ritenuto responsabile e quindi debitamente punito per i crimini di cui si è macchiato.
  • Fin dal 2018 sono state portate avanti politiche che rapidamente hanno permesso la risalita della tematica delle quote rosa in cima all'agenda governativa.
  • Il commento del primo ministro tutto rivolto ai militari ha rappresentato un ennesimo tentativo di riportare all’ordine un comparto che ha dimostrato di essere l’ago della bilancia per lo sviluppo della nuova democrazia nel paese e allo stesso tempo il tallone d’Achille del sistema sicurezza.

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