La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), l'organizzazione responsabile della distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia, ha annunciato che i centri di distribuzione saranno chiusi oggi e ha avvertito che l'accesso a questi luoghi sarà «severamente vietato».

«I centri di distribuzione saranno chiusi per motivi di organizzazione e miglioramento dell'efficienza», ha scritto la fondazione sui social media. L'organizzazione ha aggiunto che «a causa dei lavori di ammodernamento in corso, l'accesso alle aree dei centri sarà severamente vietato».
Avichay Adraee, portavoce arabo dell'esercito israeliano, ha ripubblicato il messaggio della Ghf e ha aggiunto che «sarà vietato viaggiare sulle strade che portano ai centri di distribuzione, considerate zone di combattimento».

La Gaza Humanitarian Foundation ha assicurato che riprenderà le operazioni di distribuzione degli aiuti giovedì.

Solo nell’ultima settimana nei pressi dei centri di distribuzione costruiti da Israele e gestiti dalla Gaza humanitarian foundation (Ghf) sono stati uccisi oltre 102 palestinesi e feriti altri 490. L’ultimo attacco dell’Idf contro la folla di persone affamata è avvenuto ieri: 27 le persone uccise (58 in tutta la Striscia). La condanna dell’Onu: «Questi attacchi contro civili sono un crimine di guerra».

PUNTI CHIAVE

15:40

Nel 2024 vendita record di armi israeliane per 14,7 miliardi di dollari

15:26

Hamas, 95 morti e 440 feriti nelle ultime 24 ore a Gaza

12:10

Croce Rossa: «Gaza è peggio dell'inferno sulla terra»

18:20

Regno Unito: «Inchiesta indipendente» sulle morti durante la distribuzione degli aiuti

Il governo britannico di Keir Starmer si è unito oggi all'appello dell'Onu per "un'inchiesta indipendente e immediata" sugli eccidi di palestinesi in fila per gli aiuti umanitari distribuiti in misura limitata nella Striscia di Gaza dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), controversa ong statunitense filo-israeliana. A farsene portavoce è stato Hamish Falconer, viceministro degli Esteri della compagine laburista, rispondendo ad alcune interrogazioni in Parlamento. Falconer ha definito questi episodi "profondamente inquietanti" e ha sollecitato Israele a consentire investigazioni terze sull'accaduto e sulle accuse rivolte ai militari dell'Idf.

17:45

Almeno 71 palestinesi morti nelle carceri israeliane

Almeno 71 palestinesi sono morti nelle carceri israeliane dall'inizio dell'offensiva a Gaza, dopo la strage del 7 ottobre 2023. Lo ha reso noto la commissione per gli Affari dei prigionieri e degli ex prigionieri. Tra i detenuti deceduti in prigione, 45 erano stati arrestati nella Striscia di Gaza, ha precisato la Commissione.

Attualmente, 2.790 dei 10.400 palestinesi reclusi nei penitenziari israeliani sono stati fermati durante l'operazione militare. Il dato non comprende gli arrestati trattenuti nei centri di detenzione gestiti dall'esercito israeliano. L'ultima vittima è Abu Habl, 70 anni; la notizia della sua morte, il 10 gennaio, è stata resa nota solo oggi. Padre di undici figli, Habl era stato arrestato dalle forze israeliane il 12 novembre 2024 a un posto di blocco nella Striscia.

16:30

Onu: «A Gaza scene orribili risultato di scelte deliberate»

Le recenti "scene orribili" di gazawi uccisi mentre tentano di procurarsi aiuti alimentari sono il risultato di "scelte deliberate". È la denuncia che arriva da Tom Fletcher, sottosegretario generale per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite. "Il mondo assiste, giorno dopo giorno, a scene orribili di palestinesi raggiunti da colpi d'arma da fuoco, feriti o uccisi a Gaza, mentre cercano semplicemente di mangiare - denuncia in una dichiarazione - Questo è il risultato di una serie di scelte deliberate che hanno privato sistematicamente due milioni di persone delle cose essenziali di cui hanno bisogno per sopravvivere". Fletcher ha rilanciato l'appello del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con la sollecitazione a inchieste "immediate, indipendenti". "Nessuno deve rischiare la vita per sfamare i propri figli", ribadisce.

15:40

Nel 2024 vendita record di armi israeliane per 14,7 miliardi di dollari

Le vendite annuali di armi israeliane hanno fatto segnare un nuovo record nel 2024, per il quarto anno consecutivo, raddoppiando il valore delle esportazioni di cinque anni fa. Stando ai dati diffusi mercoledì dal ministero della Difesa e riportati dai media locali, lo scorso anno le esportazioni hanno fatto registrare un valore di oltre 14,7 miliardi di dollari, pari a un aumento del 13 per cento rispetto all'anno precedente.

Tra il 2018 e il 2020, il valore delle esportazioni si era attestato tra i 7,5 e gli 8,5 miliardi di dollari. L'Europa è stata il principale acquirente di beni per la difesa israeliani, con il 54 per cento delle esportazioni totali nel 2024, in aumento rispetto al 35 per cento del 2023, seguita dalla regione Asia-Pacifico con il 23 per cento. Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco, che hanno normalizzato le relazioni con Israele con gli Accordi di Abramo del 2020, hanno rappresentato il 12 per cento degli acquisti di armi, in aumento rispetto al 3 per cento del 2023. 

15:33

Starmer: «Il Regno Unito valuta sanzioni contro Israele con gli alleati»

Il premier britannico Keir Starmer ha dichiarato che il Regno Unito sta valutando sanzioni contro Israele per la guerra a Gaza in accordo con gli alleati. Starmer rispondendo durante il Question Time ai Comuni alla domanda di una deputata laburista, che ha parlato di "una macchia nera per l'umanità" riferendosi alla nuova escalation israeliana nella Striscia, ha definito le azioni dello Stato ebraico "spaventose, controproducenti e intollerabili".

Il primo ministro ha poi ribadito la ferma opposizione di Londra "all'espansione delle operazioni militari e alla violenza dei coloni, nonché al blocco degli aiuti umanitari".

15:26

Hamas, 95 morti e 440 feriti nelle ultime 24 ore a Gaza

Almeno 95 persone sono state uccise e 440 ferite a Gaza nelle ultime 24 ore, per un totale di 54.607 vittime e 125.341 feriti dall'avvio della guerra il 7 ottobre. È il bilancio fornito dal ministero della Salute nella Striscia, gestito da Hamas.

14:31

Tajani: «Credo che l'11 giugno Adam potrà lasciare Gaza»

"Io credo che l'11 giugno Adam potrà lasciare Gaza con la mamma, la zia e quattro cugini e verrà per essere curato in uno dei migliori ospedali pediatrici italiani". A dirlo il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della 2Naples conference on cultural Heritage in the 21st Century" a Napoli, parlando del bambino, figlio della dottoressa Alaa al-Najjar, che ha perso il padre e i 9 fratelli in un bombardamento israeliano che ha colpito la loro casa a Khan Younis.

"Siamo il Paese che ha fatto di più. Abbiamo già accolto in Italia 700 palestinesi, li abbiamo fatti uscire dalla Striscia di Gaza, e abbiamo 130 bambini ricoverati negli ospedali pediatrici italiani", ha aggiunto Tajani. 

14:27

Circa 2.790 palestinesi della Striscia sono detenuti in Israele

Circa 2.790 palestinesi della Striscia di Gaza sono attualmente detenuti nelle carceri israeliane, di cui 660 si trovano in centri di detenzione militari. Lo hanno confermato le stesse autorità dello Stato ebraico, in risposta a una petizione del Comitato pubblico contro la tortura in Israele e di altre organizzazioni contro la cosiddetta legge per i combattenti illegittimi.

Questa norma consente la detenzione persone sospettate di "terrorismo" e combattenti di gruppi armati senza riconoscere loro lo status di prigioniero di guerra ai sensi del diritto internazionale umanitario, poiché non sono membri delle forze armate legali di uno Stato sovrano. Tel Aviv ha inoltre fatto sapere che un centro di detenzione militare presso la base di Anatot è stato chiuso, a seguito di segnalazioni di condizioni difficili, così come una struttura presso la base di Amiad, utilizzata per detenere gli agenti di Hezbollah catturati in Libano. Secondo il quotidiano "Times of Israel", da dicembre, Israele ha rilasciato 1.244 detenuti di Gaza - per lo più nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco con Hamas - e ne ha arrestati altri 455. 

12:50

Tajani: «Favorevoli a riconoscere la Palestina ma ora serve prudenza»

"Noi siamo favorevoli a riconoscere la Palestina, ma la Palestina prima deve esistere, perché oggi esistono due Palestine, una è Gaza, e l'altra è la Cisgiordania. Riconoscere la massa mi pare un po' complicato, bisogna fare dei passi in avanti verso la riunificazione della Palestina, poi dar vita a termini di un processo, a un riconoscimento mutuo Palestina-Israele viceversa. Bisogna far sì che sia un sogno realizzabile, non soltanto una dichiarazione politica. Non mi pare che le dichiarazioni fatte dalla Spagna abbiano portato a un cambiamento della situazione, il clima e' molto complicato, la situazione e' molto tesa. Noi siamo sempre pronti a discutere di tutto, ma serve anche prudenza per evitare che le scelte possano provocare effetti negativi". Lo ha detto Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale su Rai Radio1.

12:10

Croce Rossa: «Gaza è peggio dell'inferno sulla terra»

"Gaza è diventata peggio dell'inferno sulla Terra". A dirlo è il presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc/Cicr), Mirjana Spoljaric, in un'intervista alla Bbc dalla sede centrale a Ginevra. Spoljaric ha dichiarato che "l'umanità sta fallendo" e che "gli Stati non stanno facendo abbastanza per porre fine alla guerra, porre fine alle sofferenze dei palestinesi e liberare gli ostaggi israeliani".

Il presidente della Croce Rossa internazionale ha affermato che "ciò che sta accadendo a Gaza supera qualsiasi accettabile standard legale, morale e umano", denunciando il fatto che "i palestinesi sono stati privati della dignità umana" e che "il diritto internazionale umanitario viene svuotato".

Icrc, organizzazione internazionale che opera in zone di guerra, ha circa 130 dipendenti a Gaza, la maggior parte dei quali palestinesi. Il suo ospedale chirurgico a Rafah, nel sud di Gaza, è la struttura medica più vicina alla zona in cui molti palestinesi sono stati uccisi durante la caotica distribuzione di aiuti negli ultimi giorni, vicino ai siti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Israele e Stati Uniti.

Icrc ha riferito, inoltre, che martedì mattina le sue equipe chirurgiche di Rafah hanno ricevuto 184 pazienti, tra cui 19 deceduti all'arrivo e altri otto deceduti poco dopo per le ferite riportate. Si tratta del numero più alto di vittime in un singolo incidente presso l'ospedale da campo da quando è stato istituito poco più di un anno fa.

"Le regole della guerra si applicano a tutte le parti. Gli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 non giustificano gli eventi attuali", ha concluso Spoljaric, sottolineando la profondo preoccupazione dell'organizzazione per "i discorsi di vittoria a tutti i costi, guerra totale e disumanizzazione".

11:30

Israele dice di aver fatto entrare 157 camion di aiuti

Le autorità israeliane assicurano che nella sola giornata di martedì 157 camion di aiuti umanitari carichi di farina e cibo sono entrati nella Striscia di Gaza. A riferirlo è il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (Cogat) del ministero della Difesa israeliano, precisando che alcuni di carichi sono stati portati nei nuovi siti di distribuzione degli aiuti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf).

Tuttavia la controversa Ghf ha annunciato la sospensione della consegna degli aiuti umanitari, almeno per la giornata di mercoledì. I suoi vertici hanno motivato l'interruzione con la necessità di "rinnovamenti, riorganizzazione e miglioramento dell'efficienza", esprimendo preoccupazioni relative alla sicurezza.

La sospensione per un giorno delle operazioni della Gaza Humanitarian Foundation è stata duramente criticata dai palestinesi e dalla stampa araba, che denunciano "ripetuti fallimenti nel fornire aiuti significativi" e nell'istituire "un contesto sicuro per chi li richiede".

La Ghf, sostenuta da Israele e Stati Uniti, sembra "sottrarsi alle sue responsabilita'", scrive Al Jazeera, sottolineando che per quanto riguarda la sicurezza, Gaza non gode di assoluta sicurezza da 20 mesi, mentre per la logistica, le strade sono distrutte e danneggiate, c'è carenza di carburante. "Tutti questi fattori possono rallentare il flusso di aiuti, ma la sospensione totale delle operazioni umanitarie evidenzia l'incompetenza dell'organizzazione nella pianificazione di emergenza. Molte organizzazioni umanitarie più piccole, comprese quelle locali, sono riuscite a continuare a operare nonostante le difficoltà sul campo", continua Al Jazeera.

10:12

Consiglio Onu al voto sulla tregua a Gaza ma è probabile il veto Usa

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu andrà al voto alle 22 ora italiana di martedì su una risoluzione che chiede il cessate il fuoco e l'accesso umanitario a Gaza, ma dovrebbe scontrarsi con un nuovo veto Usa, il primo della nuova amministrazione Trump. L'ultimo testo, che chiedeva il cessate il fuoco, fu bloccato a novembre da Joe Biden. La risoluzione "chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente" e la liberazione incondizionata degli ostaggi. Vista la "catastrofica situazione umanitaria" nel territorio palestinese, il documento chiede la revoca "immediata" delle restrizioni all'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. 

09:50

Un attacco israeliano ha ucciso almeno 12 persone a Khan Younis

La protezione civile della Striscia di Gaza ha annunciato la morte di 12 persone, tra le quali donne e bambini, in un attacco israeliano a ovest di Khan Younis.

"Almeno 12 persone, fra le quali diverse donne e bambini, sono state uccise nel corso di un attacco di un drone israeliano stamani, su una tenda per gli sfollati nei pressi della scuola Al-Innawi", ha dichiarato alla France Presse il portavoce della protezione civile, Mahmoud Bassal.

Altre 4 persone sono state uccise in attacchi sul altri settori di Gaza, ha aggiunto Bassal. Contattate dalla France Presse, le forze armate israeliane non hanno risposto per il momento.

07:28

Ghf, oggi chiude il sito di distribuzione

La Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) ha annunciato che i suoi siti di distribuzione degli aiuti oggi non saranno operativi per permettere di svolgere le attività logistiche necessarie per accogliere un maggior numero di persone. Lo riporta il Times of Israel.
In questo modo, l'esercito israeliano (Idf) avrà anche il tempo di preparare percorsi di accesso più sicuri ai siti, prima della ripresa delle operazioni giovedì. Intanto, un portavoce dell'Idf ha avvertito i palestinesi che il passaggio sulle strade che portano ai siti di distribuzione sarà vietato nel frattempo, poiché queste vie sono considerate zone di combattimento. 

© Riproduzione riservata