I tank israeliani devastano quel che resta di Gaza City: «Resteremo qui per mesi»

Dall’alto l’aviazione israeliana ha lanciato trentasette attacchi in venti minuti: uno ogni trenta secondi. Via terra decine di carri armati hanno decretato l’inizio dell’invasione di Gaza City. In poco tempo migliaia di civili hanno messo la loro vita in valigie e zaini e nel buio della notte si sono diretti verso sud, verso l’ignoto. Traslocare costa circa mille dollari. “Comprare” un pezzo di terra dove metterci una tenda 650. «È stata una notte simile al giorno del giudizio» ha detto alla Cnn Wasfeya Albaba, che ha dovuto evacuare insieme ai suoi figli. Mentre i missili colpivano senza risparmiare i civili, il ministro della Difesa Israel Katz ha detto con orgoglio: «Gaza sta bruciando». Il ministro ha anche detto che la città è la roccaforte di Hamas. Ma per il gabinetto di guerra prima lo erano anche Khan Younis, Rafah, Deir al Balah, Jabalia e tutti gli altri centri urbani ridotti in macerie. Gaza è una tragedia immensa e l’Occidente ne è complice Obiettivo occupazione epa12381659 Smoke rises after an Israeli airstrike in Gaza City, Gaza Strip, 16 September 2025. Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu confirmed at a court appearance that the Israeli military has begun a major operation in Gaza City. More than 64,800 people have been killed in the Gaza Strip since October 2023, according to the Palestinian Ministry of Health. EPA/MOHAMMED SABEREPA C’è voluto circa un mese per arrivare al culmine dell’operazione militare dell’Idf che punta a occupare la città della Striscia. Il tempo di colpire ai fianchi i sobborghi di Gaza City e reclutare i 60mila riservisti, e in poche settimane i tank e i soldati sono entrati nel cuore della città. E ora ci rimarranno per un tempo indefinito. «Ci vorranno diversi mesi» per conquistare Gaza City e «diversi altri mesi per il resto delle infrastrutture», ha fatto sapere il portavoce delle forze armate israeliane, Efi Defrin. L’operazione è anche mediatica. Il capo di stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, ha guidato le truppe verso il massacro dei civili. È la prima volta nella storia di Israele che un capo di stato maggiore guida i suoi soldati in prima linea. E non è una coincidenza se l’invasione via terra è iniziata proprio nel giorno in cui ricade l’anniversario del massacro israeliano nel campo profughi palestinese di Sabra e Shatila, dove 43 anni fa furono uccisi circa 3.500 palestinesi e civili libanesi. In mezzo alle scene di caos e paura, nella Striscia sono state uccise almeno 89 persone, di cui 79 solo a Gaza City. Oltre la media giornaliera che da un mese vede almeno 50 gazawi morti al giorno. Di questo passo l’intera città sarà una fossa comune a cielo aperto. Nelle prossime ore si raggiungeranno oltre 65mila morti in 23 mesi. Ma secondo il capo di stato maggiore Zamir «l’Idf opera secondo il diritto internazionale e sta facendo tutto il possibile per impedire danni ai civili». Interrogato sull’invasione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di non avere dettagli da rivelare: «Dovrò vedere, non ne so molto». A dimostrazione della carta bianca che il tycoon ha lasciato al suo alleato, nonostante si moltiplichino le accuse di genocidio da parte di organizzazioni internazionali e accademici. L’Onu: «È il genocidio dei palestinesi». Netanyahu se ne frega, ma è più isolato Ma per diversi analisti militari l’offensiva su Gaza City è priva di scopo, se non quello di proseguire la pulizia etnica in corso da oramai due anni e mettere a rischio la vita dei circa venti ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Non è un caso se anche i vertici dell’Idf non sono d’accordo con la scelta politica del gabinetto di guerra. Zamir lo ha ribadito anche ieri: «Abbiamo presentato tutti i rischi e le opportunità (dell'operazione di conquista di Gaza City) ai vertici politici in modo chiaro e professionale». Ma Netanyahu e i suoi ministri di estrema destra hanno preso la loro decisione, quindi «il nostro obiettivo è intensificare i colpi contro Hamas fino alla sua sconfitta». A poco servono le rassicurazioni dei militari dello Stato ebraico ai familiari dei prigionieri che continuano a protestare contro il governo israeliano. Dalle cancellerie europee si sono levate dichiarazioni di condanna. Per la Turchia «l’avvio delle operazioni di terra da parte di Israele a Gaza City rappresenta una nuova fase nei piani genocidi del governo di Netanyahu». L’irrazionalità feroce di Netanyahu senza futuro né memoria Diplomazia buco nero Le uniche due soluzioni per fermare l’offensiva sono le pressioni della Casa Bianca su Tel Aviv oppure la via diplomatica per il raggiungimento di un accordo. Entrambe, al momento sono impraticabili. L’offensiva giova anche a Trump che vuole costruire una Riviera di lusso nella Striscia. La tregua non è contemplata, invece, da Israele. E se anche il mediatore principale (il Qatar) si tira indietro dalle trattative raggiungere un accordo è impossibile. «Che tipo di colloqui si possono tenere, e su cosa?», ha detto il portavoce degli Esteri, Majed al-Ansari, in una conferenza stampa a Doha. «I colloqui non hanno alcuna validità quando una delle parti vuole assassinare chiunque sia disposto a parlare con l'altra parte. Al momento la nostra attenzione è rivolta alla protezione della nostra sovranità e non prenderemo in considerazione altre questioni finché questa non sarà risolta», ha aggiunto. In serata la leadership qatariota ha incontrato il segretario di Stato Marco Rubio per discutere della reazione araba all’attacco israeliano su Doha e per ribadire la stretta alleanza tra i due paesi.