Nella serata e nella notte di ieri, davanti al parlamento georgiano si sono verificati intensi scontri tra la polizia e i manifestanti scesi in piazza per protestare contro l’adozione di una legge sugli «agenti stranieri», già approvata in prima lettura al parlamento di Tbilisi

In migliaia si sono radunati impugnando bandiere georgiane e dell’Unione europea e sono stati respinti dalla polizia con cannoni ad acqua e gas lacrimogeno mentre manifestavano contro il tentativo del governo di comprimere libertà di stampa e di espressione. 

Alcuni manifestanti hanno sfondato le barriere del parlamento e hanno provato a entrare nell’edificio, senza successo. Si registrano almeno 66 arresti. 

Contro gli «agenti stranieri»

Il disegno di legge, sostenuto dal partito di maggioranza Sogno Georgiano, emula alcune norme già vigenti in Russia dal 2012.

Secondo la bozza approvata dal parlamento, tutte le società non commerciali finanziate per almeno il 20 per cento dall’estero devono essere registrate come «agenti stranieri» presso il ministero della Giustizia. Ciò comporta che possano subire limitazioni alla propria attività nel paese. 

La legge, se approvata in via definitiva, riguarderebbe soprattutto i media, limitando la libertà di stampa e imponendo alle società colpite diversi obblighi di segnalazione delle proprie attività, ispezioni e sanzioni penali fino a cinque anni di reclusione per gli individui che violino queste norme. 

Human Rights Watch e Amnesty International hanno condannato la bozza di legge evidenziandone l’incompatibilità «con i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto», oltre che con gli obblighi internazionali della Georgia. 

La società civile locale ha definito la legge «un attacco al cuore dei valori georgiani di dignità, indipendenza e solidarietà», ottenendo il supporto delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti e, soprattutto, dell’Unione Europea. 

Proprio l’alto rappresentante Josep Borrel considera la bozza di legge un «pessimo sviluppo per la Georgia e il suo popolo», oltre che un elemento capace di problematizzare i rapporti del paese con l’Unione Europea. 

L'ambasciata statunitense in Georgia, esprimendo il proprio supporto alla presidenza e ai manifestanti, ha definito la proposta «di ispirazione “cremliniana”» .

La politica

In un video registrato negli Stati Uniti, dove si trova in visita, la presidente Salome Zourabichvili ha espresso il proprio supporto ai manifestanti e ha promesso di porre il veto sull’adozione della legge. Per Zourabichvili, i cittadini scesi in piazza «rappresentano la Georgia libera che vede il proprio futuro in Europa e non lascerà che nessuno lo comprometta». 

Il parlamento può, tuttavia, nei successivi passaggi, scavalcare il veto presidenziale, come già avvenuto lo scorso anno per l’altrettanto controversa legge sulle intercettazioni. 

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