Dopo la stretta del governo italiano per abbattere i contagi, arrivano passi più decisi anche da Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Intanto, in Spagna lo stato d’emergenza era attivato già il 25 ottobre: per ora, prevede un coprifuoco dalle 23 alle 6 del mattino. Come in Italia, per le regioni è possibile imporre la chiusura dei confini e limitazioni più stringenti. Anche la Polonia alla fine della scorsa settimana era stata interamente dichiarata “zona rossa”, sottoposta a un regime di semi lockdown.

In Europa, dove si sta ancora discutendo sulla gestione del rilancio economico, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto che «le misure sono state allentate troppo presto», proponendo, per combattere gli effetti della seconda ondata, test rapidi di massa e uniformazione delle strategie di quarantene e vaccinazioni.

Germania

Dopo l’appuntamento di mercoledì con i presidenti dei Land, il governo ha proposto a partire dal 2 novembre (prima del 4 novembre, data ipotizzata inizialmente) e fino a fine mese un Wellenbrechershutdown, un lockdown del tempo libero per spezzare la seconda ondata.

Il rischio, secondo il documento che illustra la posizione della cancelliera, è che «in poche settimane il sistema sanitario raggiunga i propri limiti». Non si è concretizzata la possibilità, temuta prima dell’appuntamento, che i singoli Land mantenessero regole differenziate. Nei giorni precedenti al confronto, alcuni presidenti avevano continuato a ribellarsi a un nuovo lockdown, lamentando che comporterebbe dei «massici interventi sui diritti costituzionali», come ha detto Bodo Ramelow, presidente della Turingia. La cancelliera Angela Merkel ha elogiato il fatto che tutti i governatori, a prescindere dalla situazione nella propria regione, abbiano aderito alle misure. Tra due settimane incontreranno di nuovo Merkel per valutare il successo delle misure, capire cioè in primis se sarà di nuovo possibile tracciare tutti i casi.

La stretta prevede che siano cancellati tutti gli eventi, chiuse le realtà dove si passa il tempo libero e vietate le feste, anche in casa. Non sono previsti coprifuoco. Sarà poi possibile muoversi all’aperto al massimo in dieci, appartenenti al più a due nuclei familiari. Restano aperte le chiese. Il mini lockdown non riguarderà neanche scuole e asili, mentre a chiudere saranno teatri, cinema, parchi divertimenti, sale slot e bordelli, ma anche impianti sportivi, bar, discoteche, e ristoranti, anche se rimane la possibilità di lavorare con asporto e consegna. Resta operativo anche il commercio al dettaglio, con un rafforzamento delle misure sanitarie. Le aziende che dovranno chiudere, in ogni caso, possono ottenere ristori per il 75 per cento del fatturato dichiarato a novembre 2019.

Ormai i numeri sono preoccupanti in tutto il paese: mercoledì sono stati registrati oltre 12mila contagi e 79 morti. Secondo l’Istituto Robert Koch, paragonabile all’Istituto superiore di sanità, il 70 per cento dei distretti cittadini hanno superato il limite dei 50 contagi per 100mila abitanti.

In dieci giorni il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva è raddoppiato, e, durante la conferenza stampa di presentazione delle misure, la cancelliera ha spiegato che ormai per il 75 per cento dei contagi non è più possibile ricostruire l’origine dell’infezione. Per quanto riguarda il tracciamento, in alcune realtà viene ormai raccomandato a chi scopre di esser stato contagiato di chiamare da sé tutti i propri contatti a rischio.

Quella di ieri rappresenta un’ulteriore stretta rispetto alla situazione già grave certificata dall’ultima riunione con i presidenti dei Land di metà mese, quando la cancelliera però non era rimasta soddisfatta del risultato e delle volontà divergenti di alcuni governatori, non pronti ad attuare le misure più restrittive proposte da Merkel. Erano però stati indicati i paesi a rischio, in continuo aggiornamento: ci sono ovviamente quasi tutte le regioni italiane, ma tra gli altri anche Svizzera, Polonia, Regno Unito, Belgio e Francia. Chi arriva in Germania da queste zone deve obbligatoriamente sottoporsi a un tampone ed eventualmente affrontare la quarantena.

Francia

Durante la conferenza di ieri sera il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha annuciato che da venerdì a mezzanotte sarà ristabilito un lockdown, anche se meno stringente di quello della primavera scorsa. Le precedenti misure fino a ieri riguardavano già i due terzi della popolazione, soprattutto coloro che vivono nelle grandi città, dove era già in vigore un coprifuoco dalle 21 alle 6 del mattino. Il presidente ha spiegato che sarà possibile uscire solo per motivi legati a scuola e lavoro, sanitari oppure per muoversi nelle vicinanze dell’abitazione. Sarà bloccata anche la mobilità tra regioni, con una concessione per i rientri dalle vacanze nei prossimi giorni.

Il mini confinement prevede che le scuole di ogni grado restino aperte, mentre le università, che dovranno chiudere, dovranno garantire la didattica a distanza. Restano aperte le attività essenziali, «il lavoro continua», ha detto il presidente. Chiusi però i ristoranti e vietate le attività che riguardano il tempo libero. Resterà tuttavia possibile, a differenza di quanto era accaduto in primavera, visitare gli ospiti delle case di riposo.

Macron ha annunciato poi che il governo garantirà sostegno economico per compensare le perdite delle imprese chiuse e sarà incoraggiato il telelavoro. Secondo il presidente dell’Associazione dei sindaci, François Baroin, l’obiettivo sarebbe di «mantenere un’apparenza di vita economica per evitare una catastrofe». A imporre una stretta sono i numeri: mercoledì i contagi erano stati oltre 33mila, con 2.800 ricoveri, di cui 372 in terapia intensiva e 244 decessi. Oltre la metà dei 5.800 letti di terapia intensiva a disposizione sono già occupati.Di qui la decisione di imporre una stretta. Già nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Gérald Darmanin aveva parlato di «decisioni difficili» da prendere, e il governo di Jean Castex ha passato la giornata di ieri a incontrare le parti sociali prima che il presidente della Repubblica prendesse la parola, in modo da assicurare un’accoglienza migliore alle nuove misure.

 

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