La Germania ha raggiunto un accordo con la Namibia nel quale riconosce come genocidio l’uccisione di decine di migliaia di persone avvenute in epoca coloniale dal 1904 al 1908. Inoltre, il governo tedesco si impegna a spendere una cifra di 1,1 miliardi di euro da investire in progetti di ricostruzione e sviluppo per le aree più colpite del paese durante il dominio coloniale. L’accordo annunciato oggi è il risultato di oltre cinque anni di colloqui e trattative tra i due governi e le tribù massacrate dalla Germania.

Secondo gli storici il generale tedesco Lothar von Trotha era stato inviato in quella che allora era considerata l’Africa tedesca del sud-ovest per reprimere la rivolta degli Herero nel 1904 e ordinò ai soldati di uccidere l’intera tribù. Secondo i dati a disposizione, sono almeno 65mila gli Herero uccisi dalla violenza dei soldati tedeschi, mentre 10mila gli appartenenti alla tribù indigena dei Nama. La Germania ottenne il controllo del paese dal 1880 al 1915 quando venne ceduto al Sud Africa, ma la Namibia ottenne l’indipendenza nel 1990.

Le dichiarazioni dei tedeschi

«Alla luce della responsabilità storica e morale della Germania, chiederemo perdono alla Namibia e ai discendenti delle vittime», ha detto in una nota il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. «Il nostro obiettivo era ed è quello di trovare un percorso comune per una vera riconciliazione in ricordo delle vittime - ha aggiunto – ciò include il chiamare gli eventi dell’era coloniale tedesca nell’odierna Namibia, e in particolare le atrocità tra il 1904 e il 1908, in modo severo e senza eufemismi», precisando: «Questi eventi li definiremo ora come sono dal punto di vista odierno: un genocidio».

L’investimento da 1.1 miliardi non è visto come un risarcimento legale ma più morale o politico, visto che la Convenzione sul genocidio del 1948 non può essere applicata retroattivamente. I progetti che saranno finanziati dureranno per i prossimi 30 anni e si focalizzeranno focalizzeranno nel settore agricolo.

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