In Ucraina si continua a prendere di mira le infrastrutture energetiche. Questa volta, stando a quanto riportano alcuni funzionari russi alla Tass, sarebbero stati gli ucraini ad usare la stessa strategia del Cremlino, che da mesi colpisce le infrastrutture energetiche per lasciare la popolazione civile in balia del freddo inverno.

In nottata alcuni missili ucraini hanno colpito gli impianti termoelettrici di Zuhres e Novyi Svit, dove due persone potrebbero essere intrappolate sotto i detriti nella centrale elettrica di Starobeshevskaya. Una possibile azione di sabotaggio condotta da Kiev potrebbe essere la causa che ha distrutto un tratto di un gasdotto nell’autoproclamata repubblica separatista di Lugansk. Le milizie filorusse che controllano il territorio hanno detto alla Tass che non ci sono feriti, ma stanno indagando sulle cause dell’esplosione. Al momento 13mila persone hanno subito interruzioni energetiche.

Bakhmut a tutti i costi

Concluso il Natale ortodosso con una tregua che non è mai iniziata, i russi hanno invece eseguito sette attacchi missilistici contro la città di Kramatorsk – colpita più volte dal 24 febbraio scorso – e due su Kostyantynivka, nell’area della regione separatista di Donetsk controllata dalle autorità ucraine. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che l’esercito ha colpito un edificio nell’Ucraina orientale che ospitava truppe di Kiev. Secondo il portavoce del ministero russo sarebbero morti 600 soldati ucraini, ma non ci sono conferme o smentite da parte di Kiev.

A Bakhmut si continua a combattere con maggiore intensità e anche Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo Wagner – l’organizzazione paramilitare privata usata da Mosca in diversi scenari di guerra tra cui anche l’Ucraina – ha detto che rimane l’obiettivo principale in questa fase attuale della guerra. «La ciliegina sulla torta è il sistema delle miniere di Soledar e Bakhmut, che in realtà è una rete di città sotterranee», ha detto alla Reuters. «Non solo (ha la capacità di accogliere) un grande gruppo di persone a una profondità di 80-100 metri, ma anche carri armati e veicoli da combattimento di fanteria vi si possono muovere».

Crimini di guerra

I ministri della Giustizia di diversi paesi europei si riuniranno a Londra il prossimo marzo per una conferenza a sostegno della Corte penale internazionale che indaga su presunti crimini di guerra in Ucraina.

L’iniziativa è stata organizzata dal governo britannico e da quello dei Paesi Bassi, dove ha sede la Corte. Il vice primo ministro e segretario di stato per la Giustizia, Dominic Raab, ha detto che «le forze russe dovrebbero sapere che non possono agire impunemente e sosterremo l’Ucraina finché non sarà fatta giustizia». L’Italia – così come Francia, Regno Unito e altri stati – ha inviato lo scorso anno una squadra di investigatori in Ucraina per aiutare i procuratori internazionali a raccogliere prove sui presunti crimini di guerra commessi dai russi nelle città di Bucha, Irpin, Kramatorsk e tante altre.

Nel frattempo, l’Ucraina ha aggiornato nelle ultime ore il numero dei soldati russi morti dall’inizio della guerra, secondo Kiev sarebbero 110.740 i militari uccisi. Lo stato maggiore delle forze armate ha dichiarato in un aggiornamento del 7 gennaio che nel giorno di venerdì 6 gennaio sono stati uccisi altri 490 soldati.

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