le guerre dimenticate del 2021

Dopo un anno di atrocità nel Tigray, ora l’Etiopia sogna finalmente la pace

  • Si avvia a conclusione l’annus horribilis dell’Etiopia. Il grande paese, sede dell’Unione africana e oasi, fino a poco tempo fa, di stabilità e sviluppo in mezzo a un’immensa area di conflitti, è riuscito in poco più di dodici mesi a dilapidare un patrimonio geopolitico, economico, sociale e morale costruito a fatica negli ultimi decenni.
  • Quando a novembre dello scorso anno il Tplf (Fronte Popolare di Liberazione del Tigray) organizzava e svolgeva in Tigray una tornata elettorale senza il permesso di Addis Abeba e prendeva possesso di caserme e armamenti dell’esercito regolare palesando l’intenzione di considerare la propria regione separata dal resto del paese, si pensava che il premier Abiy Ahmed, avrebbe scelto, almeno inizialmente, una via diversa dall’escalation militare. Così non è stato.
  • Dopo mesi di pessime notizie, in ogni caso, giunge proprio sul finire dell’anno quella che si attendeva da tempo. Si apre, tra mille contraddizioni, dubbi, rancori, al netto di un numero enorme di morti, sfollati e di una vera e propria emergenza umanitaria, un primo, significativo spiraglio di pace.

     

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