Ogni conflitto lascia indelebile un’immagine, una fotografia, che segna le sue caratteristiche. Se per la guerra in Vietnam la foto di Kim Phúc, la bambina fotografata nuda e in lacrime dopo un bombardamento al napalm (8 giugno del 1972), resta indelebile, cinquant’anni dopo per la guerra in Ucraina resta fissa l’immagine di Yarina Arieva e Sviatoslav Fursin, 21 e 24 anni, che si sono spostati il primo giorno di guerra e poco dopo il fatidico sì hanno imbracciato le armi e sono andati a combattere.

La guerra in Ucraina ha colto di sorpresa l’opinione pubblica italiana. Schierati con tutte le forze contro la guerra, gli italiani mostrano, anche in questo frangente, un’alta spinta solidaristica verso l’Ucraina e la popolazione che fugge dal conflitto.

L’osservatorio dell’area studi di Legacoop e Ipsos ha realizzato, tra il 28 febbraio e il 1° marzo, una ricerca approfondita sul quadro opinionale degli italiani di fronte al conflitto.

La paura imperante

Il sentimento principale che aleggia nel nostro paese è quello della paura che il conflitto russo-ucraino dilaghi e coinvolga altri paesi.

Il 75 per cento degli italiani teme che si possa arrivare allo scoppio della terza guerra mondiale; l’80 per cento ha paura che una delle parti in gioco possa perdere il controllo e usare le armi atomiche; l’81 per cento teme che vengano danneggiate le centrali nucleari ucraine e che ci sia una nuova Chernobyl; il 55 per cento esprime preoccupazione per possibili ritorsioni militari russe con il lancio di missili sulla città italiane.

Infine, l’83 per cento solleva l’alto rischio che si torni a un nuovo clima da Guerra fredda come nella seconda metà del Novecento. I timori degli italiani non sono rivolti solo al conflitto militare, ma anche alle ripercussioni economiche che la situazione può avere sul nostro paese. 

Il 66 per cento è preoccupato per il probabile ennesimo rincaro dei prezzi; il 58 per cento ritiene altamente probabile una riduzione nelle forniture di gas, mentre il 30 per cento denuncia il rischio di tagli e riduzioni nelle esportazioni, con conseguenti perdite per interi settori produttivi e un altro 30 per cento è preoccupato dall’ipotesi di dover inviare dei soldati italiani a combattere. Un terzo delle famiglie italiane, infine, sta già pensando di ridurre i consumi per risparmiare di più.

Le responsabilità 

An armed man stands by the remains of a Russian military vehicle in Bucha, close to the capital Kyiv, Ukraine, Tuesday, March 1, 2022. (AP Photo/Serhii Nuzhnenko)

La responsabilità del conflitto, per il 74 per cento, è completamente da imputare al presidente russo Vladimir Putin, ma anche sugli altri attori in campo ci sono alcune annotazioni critiche.

Il 34 per cento degli italiani ritiene che ci siano responsabilità della Nato a causa della sua volontà di spingersi a est; il 23 per cento pensa che l’Ucraina, con la sua intenzione di aderire alla Nato, non abbia fatto tutto il possibile per scongiurare il conflitto e, sempre il 23 per cento, imputa agli Usa la colpa di aver alimentato da anni il conflitto.

La pagella degli italiani su come si stanno comportando i leader mondiali in questi frangenti è differenziata. Promossa a pieni voti è Ursula von der Leyen che, per il 73 per cento degli italiani, sta facendo un buon lavoro.

Molto più critici sono i giudizi su Joe Biden, che viene promosso solo dal 49 per cento dell’opinione pubblica nostrana. Emmanuel Macron (70 per cento di giudizi positivi), Olaf Scholz (68 per cento) e Mario Draghi (67 per cento) sono i leader europei più apprezzati, mentre per Boris Jonhson la quota di voti positivi si ferma al 58 per cento.

La pace prima di tutto

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La pace e la solidarietà sono la bussola guida degli italiani. L’83 per cento si dice disposto a impegnarsi personalmente per la pace.

Il 50 per cento è pronto a fare donazioni a sostegno della popolazione ucraina; il 31 per cento è pronto a scendere in piazza per la pace e il 29 per cento è disposto ad accogliere profughi ucraini nella propria famiglia. Il no alla guerra è deciso e chiaro. Il 76 per cento è contro il sostegno militare alla guerra.

L’89 per cento ritiene indispensabile il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina. L’88 per cento ritiene indispensabile garantire un passaggio sicuro alle agenzie internazionali e alle organizzazioni non governative per agevolare l’assistenza umanitaria alla popolazione coinvolta dal conflitto.

L’87 per cento auspica trattative per un sistema di reciproca sicurezza che garantisca sia l’Ue sia la Federazione Russa. L’81 per cento avverte l’urgenza di un nuovo trattato per smilitarizzare l’Europa.

Il 91 per cento auspica un accordo tra le grandi potenze per non schierare armi nucleari in Europa o nella Russia occidentale e (90 per cento) per ridurre gli arsenali nucleari. La guerra è il vero nemico per gli italiani, è tutto ciò che va evitato ad ogni costo.

La foto dei due giovani sposi ucraini che partono per combattere è emblematica perché ci ricorda quanto i conflitti siano solo dei distruttori di sogni, di futuro e di vite umane. Ci ricorda le sagge parole di Ghandi quando affermava che: «Occhio per occhio servirà solo a rendere tutto il mondo cieco».

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