Hedges: «Per colpa di Netanyahu, Hamas è idolatrata. La barbarie di Israele? È la nostra»

«Invece di sconfiggere Hamas, cosa che Israele non è riuscito a fare per due anni a causa dell'infinito reclutamento di nuove e impazienti reclute, l'ha mitizzata». Il giornalista americano Chris Hedges - vincitore del premio Pulitzer nel 2002 e autore del volume Un genocidio annunciato (pubblicato in Italia da Fazi Editore nella traduzione di Nazzareno Mataldi) - sa bene di cosa sta parlando, avendo trascorso sette anni a seguire il conflitto israelo-palestinese come corrispondente del New York Times, la maggior parte del tempo a Gaza. Hedges, il ministro della Difesa Israel Katz dichiara: «Se ora cade Gaza City, cade anche Hamas». È d’accordo? No, affatto. L'unico modo per sconfiggere Hamas è sradicare l'intera popolazione palestinese. Ho trascorso molto tempo in Medio Oriente dal 7 ottobre. La tenace resistenza di Hamas contro la macchina militare di gran lunga superiore brandita da Israele l'ha trasformata nell'organizzazione più idolatrata e rispettata del Medio Oriente. Quando ero ad Amman, folle di manifestanti gridavano «Siamo tutti Hamas!». I regimi arabi, che sono stati passivi o in molti casi hanno collaborato con lo Stato ebraico, sono terrorizzati che questa elevazione di Hamas nella coscienza popolare si ritorca contro di loro. E il motivo per cui paesi come l'Egitto proibiscono qualsiasi protesta, anche quella contro il genocidio. Un portavoce dell’Idf conferma: «Non ci diamo limiti di tempo». Quanto potrebbe durare l’assedio di Gaza City? Molto a lungo, mesi almeno. Israele ha avviato il laborioso processo di radere al suolo tutta Gaza, compresa Gaza City, dove mezzo milione di palestinesi sta cercando rifugio. Ha notevolmente ridotto la capacità militare di Hamas, uccidendo anche la maggior parte dei suoi vertici, ma non è riuscito a sradicare la resistenza armata. Questi combattenti sanno che una vittoria militare su Israele è impossibile, ma hanno scelto come morire, e sarà mentre combattono l'esercito occupante. La trasformazione della fame in un'arma da parte di Israele è un segno di disperazione. Incapaci di sedare la resistenza armata, vorranno radere la Striscia al suolo, compiere uccisioni di massa quotidiane e far morire i gazawi di fame fino alla loro sottomissione e successiva deportazione. Eurovision 2026, mezzo continente minaccia il boicottaggio se c’è Israele Benjamin Netanyahu afferma: «Abbiamo aperto vie di fuga per evacuare la popolazione, chi ci condanna è ipocrita»... Non esiste uno spazio sicuro a Gaza, comprese le vie di fuga e le cosiddette zone umanitarie. Israele, con i suoi omicidi mirati ai danni di almeno 1.400 operatori sanitari, centinaia di operatori Onu, giornalisti, poliziotti e persino poeti e accademici, la sua distruzione di condomini a più piani che ha spazzato via decine di famiglie, il suo bombardamento di routine di "zone umanitarie" designate dove i palestinesi si rannicchiano sotto tende, teloni o all'aria aperta, il suo sistematico attacco ai centri di distribuzione alimentare, compresi i centri di aiuti istituiti nel sud dalla Gaza humanitarian foundation - progettati non per fornire cibo adeguato ma per attirare i palestinesi affamati a sud, dove vengono costretti nei campi di concentramento - unitamente alla sua distruzione di pozzi, panetterie e agli attacchi ai convogli di aiuti, ha illustrato non solo il suo intento, ma anche la sua disonestà. Ritiene che l’obiettivo di sradicare Hamas sia l’unica finalità alla base dell’operazione “Carri di Gedeone”? Questa non è una guerra contro Hamas: è un genocidio contro il popolo palestinese. L'assalto di Israele a Gaza è l’inevitabile epilogo del suo progetto coloniale di insediamento e dello stato di apartheid. L’occupazione di tutta la Palestina storica – con la Cisgiordania che, mi aspetto, sarà presto annessa da Israele – e lo sfollamento di tutti i palestinesi è sempre stato il sogno sionista. Israele parla di occupare Gaza City, ma è un sotterfugio. Gaza non deve essere occupata, ma distrutta. Cancellata. Spazzata via dalla faccia della terra. Non rimarrà altro che tonnellate di detriti che saranno faticosamente portati via. Il paesaggio lunare, ovviamente privo di palestinesi, fornirà le basi per nuove colonie ebraiche. Ciò a cui stiamo assistendo fa impallidire tutti gli storici attacchi ai palestinesi. La folle visione genocida di Israele sta per realizzarsi e distruggerà per sempre il mito che noi rispettiamo lo stato di diritto o siamo i protettori dei diritti umani, della democrazia e delle cosiddette "virtù" della civiltà occidentale. La barbarie di Israele è la nostra. Gli aderenti al Forum delle famiglie degli ostaggi criticano il premier per la gestione delle trattative e chiedono la liberazione dei loro figli. Le loro voci continueranno ad essere inascoltate? Fin dall'inizio del conflitto, il governo Netanyahu ha deciso che valeva la pena sacrificare gli ostaggi per conquistare Gaza e cacciare i palestinesi. Se gli ostaggi fossero stati davvero la sua preoccupazione principale, avrebbero potuto essere scambiati con i palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane, molti dei quali, tra cui donne e bambini, sono imprigionati da decenni senza accuse. Tensioni sulla Flotilla? Fisiologiche. Il solo obiettivo è Gaza Mentre alcuni paesi dichiarano di voler riconoscere lo Stato di Palestina, la Commissione d’inchiesta Onu - nonostante la contrarietà della Germania - ora parla di “genocidio”. I leader europei, insieme a Joe Biden e Donald Trump, ci ricordano la vera lezione dell'Olocausto. Non è "mai più”, ma “non ci interessa”. Sono complici a pieno titolo del genocidio. Alcuni si torcono le mani e si dicono «inorriditi» o «addolorati». Altri condannano la fame orchestrata da Israele. Altri ancora affermano che dichiareranno uno Stato palestinese. Questo è vero teatro kabuki: un modo - quando il genocidio sarà finito - per questi leader occidentali di dichiarare di essere stato dalla parte giusta della storia, pur avendo armato e finanziato gli assassini genocidi, mentre mettevano a tacere o criminalizzavano coloro che condannavano il massacro. C'è un solo modo per fermare il genocidio: smettere di armare Israele. Questa è l'unica azione significativa. Il resto sono atteggiamenti cinici. Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha dichiarato che una soluzione diplomatica a Gaza «potrebbe non essere possibile». Come giudica l’approccio di Trump? Trump è un complice a pieno titolo del genocidio. Abbraccia le fantasie israeliane di sradicare una popolazione nativa ed espandere lo stato etnonazionalista. Trump, come Israele, è ignaro dell'oscurità che si sta scatenando. Le lussuose proprietà fronte mare sognate dal tycoon e Netanyahu non appariranno mai. Proprio come la moderna capitale esclusivamente serba, con la sua cattedrale dalla cupola dorata, l'imponente palazzo presidenziale, la torre dell'orologio di 15 piani, il centro medico all'avanguardia e il teatro nazionale con un palcoscenico girevole di 22 metri, da quando ho seguito quella guerra, non è mai stata costruita sulle rovine della Bosnia. Piuttosto, ci saranno brutti condomini, popolati dai soliti malfattori, razzisti e mediocrità che vivono nelle colonie ebraiche in Cisgiordania. Questi ultranazionalisti, che hanno formato milizie ribelli per impadronirsi delle terre palestinesi e si sono uniti all'esercito israeliano nell'assassinio di oltre 1.000 palestinesi in Cisgiordania dal 7 ottobre, definiranno Israele. Una volta che questi delinquenti israeliani avranno finito con i palestinesi, si rivolteranno l'uno contro l'altro.