Gli Stati Uniti restano in apnea, con Joe Biden che si dice fiducioso di riuscire ad emergere vittorioso da questa situazione. Il conteggio dei voti ha trasformato queste elezioni in una partita logorante. In gioco c’è il futuro dell’America ma non solo.  È ormai chiaro che l’identità dei due principali partiti andrà ridefinita, così come quella del paese stesso così nettamente diviso. Se Biden ha già raccolto il più alto numero di voti nella storia americana, più di 71 milioni, Trump gli sta alle costole con più di 68 milioni di voti, un numero superiore a quelli contati a suo favore nel 2016. Secondo i dati raccolti dal US Election Project, un progetto condotto da un professore dell’Università della Florida, quasi il 70 percento degli americani aventi diritto al voto si è espresso in queste elezioni segnando un record storico. 

Trump ha iniziato la giornata di oggi, giovedì 5 novembre, con un tweet secco, tutto in maiuscolo: STOP THE COUNT, ovvero fermate il conteggio.

I suoi sostenitori più accaniti, che da mesi vengono bombardati da messaggi su presunte frodi elettorali, sono chiaramente confusi. In Arizona, a Phoenix, dove con il progredire delle operazioni di spoglio Biden perde vantaggio, si sono riuniti davanti agli uffici elettorali - alcuni anche muniti di armi - per chiedere che venissero contate tutte le schede, fino all’ultima.

In Michigan, dove la situazione si è ribaltata con l’avanzare del conteggio dei voti via posta - da favorevole a Trump ad una vittoria quasi certa per Biden - un centinaio di persone si sono presentate al centro congressi di Detroit, dove viene effettuato lo spoglio, per cercare di interrompere le attività.

La Georgia e la maggioranza repubblicana in senato

In Georgia, uno stato tradizionalmente repubblicano, il vantaggio Trump è sempre più ridotto, ormai inferiore allo 0,5 percento. I voti che restano da contare riguardano soprattutto la zona di Atlanta a predominanza democratica, quindi la situazione è ancora in sospeso.

Inoltre la Georgia è uno degli stati in cui le controversie sul conteggio dei voti si sono fatte sentire più pesantemente già da questi giorni, con diverse cause intentate dal partito repubblicano rispetto alle modalità di accettazione e conteggio delle schede in diversi counties. Con i suoi 16 voti elettorali, la Georgia porterebbe Biden ad una vittoria praticamente certa. Per Trump è necessaria per restare in gara. 

La Georgia è stata tutto il giorno sotto i riflettori anche per quanto riguarda il congresso. Gli americani hanno infatti votato anche per il rinnovo della camera e di un terzo del senato. Le due poltrone in ballo sono contese all’ultimo voto tra candidati repubblicani e democratici, un segno sempre più evidente che la solidità del Grand Old Party in alcuni stati del sud è ormai tutt’altro che scontata.

Per una delle due poltrone sono rimasti in vantaggio la repubblicana Kelly Loeffler il democratico Raphael Warnock, ma apparentemente nessuno dei due raggiungerà il 50 percento dei voti necessari per ottenere la vittoria, quindi si rimanda al ballottaggio il prossimo 5 gennaio.

Per la seconda poltrona si rischia di fare la stessa fine. Il repubblicano David Perdue rischia di non ottenere la percentuale minima di voti, con l'avversario democratico Jon Ossoff e il candidato del partito libertario che con il progredire del conteggio conquistano consensi. Nel caso entrambe le sfide vengano rimandate al 2021, i democratici potrebbero ancora sperare di raggiungere la maggioranza in senato. Dovrebbero però ottenere una vittoria anche in Alaska (cosa molto improbabile) o North Carolina. 

L’Arizona il voto dei latinos

La giornata di oggi si è aperta con alcune testate, come Fox News, che davano Biden già vincitore in Arizona. Tuttavia con il passare delle ore sono arrivati nuovi dati dal Maricopa County, la zona di Phoenix, ed il vantaggio di Biden si è gradualmente ridotto. Sarà difficile, ma potenzialmente Trump può ancora vincere anche qui.

Il conteggio nel Maricopa County terminerà questa sera, nella notte italiana. A fare la differenza in questo stato tradizionalmente rosso è stato anche il voto dei latinos, soprattutto di origine messicana, chiamati al voto dalle organizzazioni che si sono impegnate con campagne porta a porta nonostante le difficoltà poste dalla pandemia.

In Arizona infatti è stata messa in atto una delle più controverse leggi anti immigrazione del paese, la legge 1070, contestata per al sua durezza in diverse vicende legali che l’hanno portata anche alla corte suprema. La reazione è stata la nascita di un forte movimento di attivisti guidato dalle comunità ispaniche, considerato alla base di questo cambiamento politico. 

Nevada

Quest’anno il Nevada sta giocando un ruolo decisivo. Con i suoi 6 voti elettorali, potrebbe aprire le porte della Casa Bianca a Biden qualora vincesse anche l’Arizona.

Le autorità locali hanno fatto sapere che sono stati contati praticamente tutti i voti arrivati via posta entro il 3 novembre, ma mancano ancora parte delle schede arrivate dopo (ma comunque inviate entro quella data). Il Nevada è infatti uno degli stati che ha concesso una finestra di tempo, fino al 10 novembre, per la ricezione delle schede.

Il vantaggio di Biden qui è minimo, circa lo 0,6 percento. Nel 2016 Hillary Clinton ha invece vinto con un margine del 2,4 percento. 

La Pennsylvania e la ricostruzione del blue wall

Biden potrebbe riuscire a ricostruire la parte di blue wall - ovvero il solido blocco di stati blu, democratici - che si era sgretolato nelle scorse elezioni. Due mattoni sembra che siano già stati stati rimessi al loro posto - Wisconsin e Michigan - e manca ora la Pennsylvania con i suoi 20 voti elettorali.

Qui Trump continua ad essere in vantaggio, anche se il margine si sta riducendo sempre di più, tanto che membri della squadra di Biden si dicono estremamente fiduciosi.

La maggioranza delle schede rimaste da contare sono relative soprattutto alle aree metropolitane di Philadelphia e Pittsburgh che non avevano tradito il partito democratico neppure nel 2016, l’anno in cui per la prima volta dal 1988 lo stato si era tinto di rosso. Il conteggio delle schede sarà più lento che in Wisconsin e Michigan e potrebbe trascinarsi anche per giorni. 

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