Oggi in Colombia si tiene il ballottaggio per le elezioni presidenziali, con la sfida tra la sinistra di Gustavo Petro, che invoca il cambiamento, e la destra di Rodolfo Hernández. La campagna di Petro, ex guerrigliero di un gruppo nato proprio per una frode elettorale, e la sua eventuale vittoria, segnerebbero una rottura con tutto quello che è stata finora la Colombia. Il clima è molto teso. Da più parti vengono denunciati degli arresti irregolari di persone che hanno preso parte allo sciopero nazionale dell’aprile dello scorso anno. Nella primavera 2021 un movimento di giovani è sceso in piazza in modo pacifico per chiedere diritti basilari: riforma agraria, salute pubblica, una migliore gestione della pandemia. Il che ha scatenato la repressione del governo Duque.

La cattura dei giovani

Maria Cepeda, attivista, militante del Pacto Historico e figlia del Senatore Manuel Cepeda, ucciso nell’ambito della persecuzione del partito Union Patriotica il 9 agosto 1994 ritiene che la cattura dei giovani della Prima Linea sia «una dimostrazione di forza frutto di un conto in sospeso tra la polizia e i leader del movimento nonché un atto provocatorio che va a esasperare gli animi. La vittoria del Pacto Historico è molto plausibile e questo fa paura ai seguaci dell’ex presidente Uribe. Anche le segnalazioni sulle presunte irregolarità della Registraduría (Ufficio elettorale) e sul sistema di conteggio dei voti servono a creare un clima di incertezza e sfiducia.  Nell’ultima settimana di campagna elettorale molta gente si è avvicinata al Pacto Historico perché vuole davvero un cambiamento quindi è importante mantenere la calma e non lasciarsi sopraffare dalle provocazioni».

Per Sandra Ramirez, ex guerrigliera delle Farc, attualmente senatrice «gli arresti possono avere una duplice lettura: un modo per generare terrore o una dimostrazione di forza. Il modo in cui si stanno svolgendo gli arresti  ha inoltre l’obiettivo di  criminalizzare la protesta sociale e diffondere paura e terrore». Una delle cose singolari è infatti che gli arresti vengono eseguiti da poliziotti in borghese che si aggirano per le città con delle liste in mano. Una scena che ricorda la persecuzione dell’Union Patriotica e il “colpo di grazia” un piano volto a eliminare fisicamente alcuni dirigenti politici, tra cui proprio Manuel Cepeda.

La repressione interna

Come ricorda Maria Cepeda «la dottrina di “sicurezza democratica” e del nemico interno è sempre la stessa, non è cambiata. Da quando le Farc hanno deposto le armi e non sono più il nemico da combattere, il nemico sono diventati i leader della Prima Linea e i giovani che sono riusciti a coinvolgere molte persone nello sciopero dello scorso anno. I movimenti sociali, delle minoranze, le forze democratiche e di sinistra oggi hanno più strumenti e sono più organizzati  ed è quindi più difficile che accada di nuovo quanto accaduto con la UP. Il parastato che lavora nell’ombra, l’apparato paramilitare, è rimasto intatto, permane  quindi la paura delle sparizioni forzate e delle ritorsioni».

La Commissione interamericana per i diritti umani e il Tribunale permanente dei popoli hanno denunciato gravi violazioni dei diritti umani commesse da parte della forza pubblica durante lo sciopero nazionale del 2021. Molti manifestanti sono stati uccisi o hanno subito lesioni oculari. Molte donne sono state stuprate nelle stazioni di polizia e ci sono stati 1.832 arresti arbitrari. «Il fatto che la Fiscalía General abbia arrestato in modo improvviso alcuni manifestanti a poche ore dalle elezioni sembra un atto intimidatorio e preoccupante. È un modo per generare tensione sociale e per militarizzare le città in modo da evitare che la gente vada in massa a votare» dice l’avvocato Juan Trujillo Cabrera, membro della Fundación Puniendi.

Appello all’Italia

Secondo l’avvocato Trujillo, le intimidazioni degli ultimi giorni si rifanno a quelle accadute durante le dittature nel Cono Sur negli anni Settanta. A ben vedere gli arresti di studenti e manifestanti della Colombia di oggi sembrano simili a quelli dell’Argentina di Videla raccontata nella “notte delle matite spezzate.” Serve una presa di posizione forte da parte degli altri paesi. Bisognerebbe imporre delle sanzioni economiche e politiche posto che è acclarata la violazione sistematica dei diritti umani e la rottura dei principi democratici. «Gli interessi economici delle multinazionali sono enormi, hanno in mano le risorse naturali e il mercato colombiano» continua l’avvocato Trujillo.

«La Colombia gioca un ruolo strategico in tutta l’America Latina ed è fondamentale che diventi un paese stabile a livello internazionale. L’Italia ci ha sempre sostenuto nelle denunce di violazioni dei diritti umani ed è quindi un paese fondamentale per noi»: con queste parole Maria Cepeda esorta a sostenere il processo di pace e lo svolgimento democratico delle elezioni. Tra meno di dieci giorni ci sarà un’altra data importante: il 28 giugno verrà presentato ufficialmente il Rapporto Finale della Commissione per la verità sul conflitto armato colombiano. Un appuntamento da non perdere.

Flavia Famà è autrice de "I morti non parlano. La guerra infinita in Colombia". 

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