Il governo del Bangladesh ha annunciato l’introduzione della pena di morte per gli stupratori. La necessità di implementare nuove norme contro chi commette abusi nel paese si è fatta pressante dopo che per giorni centinaia di attivisti sono scesi in piazza per le strade della capitale Dacca per chiedere sanzioni più severe contro i violentatori.

Il background

Il video che ha fatto traboccare il vaso è stato quello diffuso via web di una 37enne violentata e picchiata da un gruppo di otto uomini a Noakhali, città situata a 200 chilometri da Dacca. Le immagini, risalenti a inizio settembre, sono diventate virali sul web e hanno causato forti proteste in tutto il paese dopo che già pochi giorni prima era stato diffuso il video di un gruppo di giovani della giovanile del partito governativo, Bangladesh Chhatra League, in cui i ragazzi violentavano una ragazza.

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Un’emergenza cresciuta all’ombra della pandemia

Il Bangladesh ha una lunga e triste tradizione di violenze sulle donne. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, Odhikar, nel 2019, le vittime di stupro nel paese sono state 1.080. Il numero degli abusi potrebbe, però, essere molto più elevato. Secondo le associazioni che si occupano di questo problema sono infatti pochissime le donne che denunciano gli stupri.

Il dato del 2019 è in ogni caso destinato con ogni probabilità a salire visto che la polizia ha registrato da aprile ad agosto 632 casi di stupro pari a una media di tre violenze al giorno. Inoltre, secondo i dati dell’associazione Ain, sono già quasi mille i casi di violenza nel Bangladesh. Il numero è stato ripreso da varie organizzazioni per dare l’allarme sugli sviluppi che la pandemia sta avendo nel paese.  

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Non solo Bangladesh

La pandemia non ha fatto aumentare tutti la violenza sulle donne solo in Bangladesh. A livello globale l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva già lanciato un allarme dicendo che le violenze sulle donne erano triplicate nella città cinese Jingzhou fra le prime ad andare in lockdown a causa del virus di Huabei. Inoltre, anche in Irlanda il Rape crisis center ha riscontrato un aumento di richieste di aiuto del 30 per cento.

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