Il martedì nero del calcio francese. Il 6 ottobre, il giorno che rischia di avviare il crac finanziario per la Ligue 1 e la Ligue 2 è segnato da un ritardato pagamento. Si tratta della seconda rata, da 172 milioni di euro, dovuta da Mediapro alla lega professionistica francese. Il gruppo spagnolo controllato al 53,5 per cento dai cinesi di Orient Hentai Capital ha difficoltà a versarla e questo sta costringendo la Lega francese a chiedere un prestito per coprire il mancato introito.

Dopotutto, intervistato dall’Equipe, l’amministratore delegato della società, Jaume Roures, ha lanciato un messaggio chiaro: i termini dell’accordo vanno rinegoziati. Perché il Covid-19 ha completamente cambiato la situazione economica rispetto a quei giorni del 2018 in cui Mediapro ha sconvolto il mercato francese dei diritti audiovisivi sul calcio strappando a Canal+ e a BeIN il pacchetto relativo al periodo 2020-24.

La cifra messa sul piatto dal gruppo spagnolo era tale da sbaragliare la concorrenza: 780 milioni di euro annui per la Ligue 1 e 64 milioni di euro annui per la Ligue 2. Già in quel momento la cifra sembrava molto impegnativa. Ma nessuno poteva immaginare che giungesse una pandemia a devastare l’economia globale, con inevitabili ricadute anche sul calcio.

Da quella pandemia l’accordo fra Mediapro e Ligue de Football Professionnel (LFP) è stato centrato in pieno. E adesso Canal+ e BeIN si fregano le mani, scoprendo che quel passaggio, interpretato come un rovescio economico nel 2018, è stato in realtà una benedizione. Sono usciti dall’edificio un attimo prima che prendesse fuoco, lasciandovi dentro il nuovo inquilino.

Un inquilino che adesso chiede di rinegoziare con LFP i termini dell’accordo e le modalità di pagamento. Sollecitato a quantificare la soglia del ribasso, Roures si mantiene sul vago. Si limita a dire che «se ne dovrà riparlare con la Lega».

Ma la situazione è drammatica, e si unisce alla lentezza con cui è stato varato il canale Telefoot (messo in piedi da Mediapro per trasmettere le partite e fin qui alquanto modesto in termini di raccolta abbonamenti) rafforzando i dubbi sull’operato di Mediapro e sulle sue reali intenzioni nel momento in cui ha acquisito i diritti su Ligue 1 e Ligue 2.

Atteggiamento opaco

Dubbi cui ha dato voce, nel corso di un’intervista rilasciata giovedì 8 ottobre a Le Monde l’esperto di mercato dei diritti audiovisivi Pierre Maes. A suo giudizio Mediapro ha comprato a una cifra molto alta con la prospettiva di rivendere, in quota o in parte, agli stessi operatori sconfitti in sede d’asta o a altri che volessero farsi avanti. Dunque, una mano di poker finita nel modo peggiore.

C’è da aggiungere che non è nemmeno la prima volta, per la società di Roures. È agli atti il tentativo di acquisire i diritti sulla Serie A per il triennio 2018-21, finito in uno scontro totale.

Rimangono in eredità lo strascico della caparra da 64 milioni di euro incamerata dalla Lega e una reciproca richiesta di risarcimento danni: 450 milioni di euro richiesti dalla Serie A, 200 milioni di euro richiesti da Mediapro. Nonostante questo precedente Mediapro è tuttora fra i soggetti in lizza nella partita per la creazione della media company della Lega di via Rosellini.

A portare avanti il dossier italiano è l’onnipresente Marco Bogarelli, ex uomo forte di Infront. Resta invece in disparte Roures, che segue più da vicino il dossier francese. Il tycoon catalano è un uomo dal profilo complesso. Comunista convinto, non si fa remore a fare banda con Javier Tebas Medrano, presidente della Liga spagnola nonché nostalgico dichiarato del franchismo.

Roures è anche produttore cinematografico. Fra i tanti lungometraggi prodotti ve ne sono due fra quelli che hanno visto Woody Allen abbandonare il cinema d’autore per darsi al marketing territoriale. Uno è Vicky Cristina Barcelona, l’altro è Midnight in Paris. Titolo appropriato, quest’ultimo, a un momento che vede il calcio francese a rischio di vedere arrivare notte fonda.

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