Il crollo del sogno americano: i giovani cercano libertà e successo, ma aspirano anche a maggiore equità

«Il sogno americano, quel sogno di una terra in cui la vita dovrebbe essere migliore, più ricca e più piena per ogni uomo, con opportunità per ciascuno secondo le sue capacità o i suoi meriti; non è solo un sogno di automobili di lusso e salari alti, ma un sogno di un ordine sociale», scriveva quasi due secoli fa James Truslow Adams nel suo “The Epic of America”. Da allora quel sogno ha subito molte trasformazioni. Per la generazione dei baby boomers il sogno si ergeva su due colonne: proprietà della casa (46 per cento) e stabilità finanziaria (44). Erano importanti anche la libertà personale (30), una vita confortevole (27) e la famiglia (25). Il vuoto lasciato da Trump nel mondo post-americano Nuove generazioni La Generazione Z ha radicalmente mutato i paradigmi. Ha sostituito la proprietà della casa e la stabilità economica con la libertà personale (37) e il successo (35). La proprietà della casa è scivolata all’ultimo posto (13), la stabilità economica è crollata al 23 per cento, la famiglia ha perso presa e si colloca al quinto posto (22), mentre al terzo posto si è insediata l’equità delle opportunità per tutte le persone (28). È quanto emerge da una ricerca realizzata da Ipsos negli Usa, che ha scandagliato anche i vissuti delle molteplici etnie. Per le persone di origine asiatica il sogno americano è ancora saldamente ancorato alla proprietà della casa (42) e alla stabilità finanziaria (40). Per gli ispanici al primo posto c’è la sicurezza economica (31), seguita dalla libertà personale. Per i neri (non ispanici) al primo posto c’è il successo (32), seguito dalla libertà personale (29). Per questa parte della popolazione Usa è molto importante anche la crescita personale (20). I bianchi (non ispanici) mettono al primo posto la stabilità finanziaria (36), seguita dalla libertà personale (32), ma aspirano anche a una vita confortevole (23). Altro che woke, il mito dell’Occidente muore per mano dei suoi creatori La società Usa in trasformazione I mutamenti in corso trovano radici nelle trasformazioni strutturali della società Usa. I gradini della scala della mobilità economica (istruzione, investimenti, proprietà della casa, scelta del lavoro o della carriera e imprenditorialità) si stanno incrinando. I tassi di proprietà della casa per i giovani americani sono inferiori a quelli degli anni Sessanta e sono in calo da decenni. Le carriere ad alto reddito rappresentano una variabile incerta da tempo e lo sono ancor di più in un periodo di disruption legata all’intelligenza artificiale. Le fonti di finanziamento per l’istruzione superiore (borse di studio federali per la ricerca, tasse universitarie degli studenti internazionali e prestiti studenteschi federali) sono state drasticamente ridotte. Circa la metà degli americani (dai Federal Reserve Bank), non ha alcun risparmio per la pensione e circa il 40 per cento (dati Ipsos), non ha denaro disponibile ogni mese dopo aver pagato le bollette. La percezione della società Usa ha assunto toni più nebulosi e critici: per il 70 per cento degli americani l’economia è truccata per avvantaggiare i ricchi e i potenti; i tre quarti dei giovani afferma di rinviare il momento in cui formare o allargare la famiglia in attesa di una situazione finanziaria migliore; oltre il 50 per cento degli americani afferma di sentirsi come uno straniero nel loro paese. La deriva illiberale americana aggrava il disordine mondiale Il sogno americano sta subendo una profonda metamorfosi. Il processo evolve da un’identità collettiva ancorata a beni materiali e sicurezza verso un’identità più individualista e soggettiva, che privilegia la realizzazione personale e il successo. La trasformazione è sospinta dall’erosione strutturale di quei “gradini” un tempo dati per scontati. La direzione è verso un “sogno” frammentato, in cui l’ideale di benessere si scontra con una realtà percepita come iniqua, generando un senso di alienazione e un’identità nazionale sempre più sfaccettata e disincantata. Ma tra i giovani cresce anche la spinta all’equità, verso un nuovo ordine sociale che non sia più meramente egoistico-materialista, ma anche libertario e socialmente più giusto. La partita è aperta. Le sorprese non mancheranno, nonostante Trump. NOTA METODOLOGICA Indagine cawi realizzata da Ipsos su un campione di 1.198 maggiorenni residenti negli Usa il 28-29 aprile 2025.