Un’altra sinistra è davvero votabile?

Il disastro della Linke e le promesse che la sinistra-sinistra non ha mantenuto

27 September 2021, Berlin: Susanne Hennig-Wellsow (Die Linke), party leader, takes part in a press conference at the Karl-Liebknecht-Haus on the day after the Bundestag elections. Photo by: Fabian Sommer/picture-alliance/dpa/AP Images
27 September 2021, Berlin: Susanne Hennig-Wellsow (Die Linke), party leader, takes part in a press conference at the Karl-Liebknecht-Haus on the day after the Bundestag elections. Photo by: Fabian Sommer/picture-alliance/dpa/AP Images
  • Da poco più del 9 percento la Linke crolla sotto il 5, perdendo due milioni di voti. Solo grazie alla complessa architettura del sistema elettorale rientra al Bundestag.
  • Dalla nascita, la strategia della Linke era segnata da un’ambiguità di fondo che la acocmuna a tanti partiti progressisti: era alternativa alla Spd o intendeva spostarne gradualmente l’asse a sinistra?
  • La Linke non ha saputo offrire una proposta credibile ai giovani. Il 50 per cento degli elettori che votano per la prima volta si divide tra Verdi e liberali. È la fine, almeno in Germania dell’alternativa di sistema.

Le dimensioni del disastro della Linke, il partito della sinistra-sinistra tedesca, hanno superato le più fosche previsioni. Da poco più del nove percento la Linke crolla sotto il cinque (persi due milioni di voti) e si affida alla complessa architettura del sistema elettorale per rientrare al Bundestag. Grazie a tre mandati diretti il partito può costruire un gruppo parlamentare di appena 39 eletti nel parlamento più grande di sempre, ben 735 seggi. Dietmar Bartsch, ex capogruppo e che ha

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