L’intervento del presidente della Repubblica nell’aula tedesca in occasione della Giornata nazionale del lutto in Germania. «Emerge il timore che ci si addentri in percorsi ad alto rischio, di avviarsi ad aprire una sorta di nuovo vaso di Pandora»
Nel giorno della Giornata nazionale del lutto in Germania, il presidente della Repubblica ha preso la parola nell’aula del Bundestag portando lanciando un monito sul nucleare: «Un solo gesto può cancellare una città e l’innocenza stessa del mondo», perché dice: ci sono «nuovi “dottor Stranamore” si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba “amare la bomba”».
Richiamando il trattato contro gli esperimenti nucleari del 1997, il capo dello stato ha ricorda che «non ha visto ancora la ratifica da parte di Cina, India, Pakistan, Corea del Nord, Israele, Iran, Egitto, Stati Uniti» e che la Russia ha ritirato la sua nel 2023. «Si odono dichiarazioni di altri Paesi su possibili ripensamenti del rifiuto dell’arma nucleare. Emerge, allora, il timore che ci si addentri in percorsi ad alto rischio, di avviarsi ad aprire una sorta di nuovo vaso di Pandora».
Il presidente Mattarella ha poi richiamato l’attenzione sulle troppe vittime «della guerra e della violenza». Quelle cadute «negli abissi della storia», nella prima e nella seconda guerra mondiale. Ricordando che «la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia. La guerra di aggressione è un crimine».
Il Presidente ha richiamato il drammatico “mai più”: «Nie wieder. Mai più», espressione che condanna l’Olocausto, sottolineando: «A ‘Nie wieder’ si contrappone ‘wieder’: ‘di nuovo’. A questo assistiamo. Di nuovo guerra. Di nuovo razzismo. Di nuovo grandi disuguaglianze. Di nuovo violenza. Di nuovo aggressione».
Poi l’esortazione: che la memoria delle tante vittime portino gli stati a fare la propria parte per superare quella guerra «che la Legge Fondamentale tedesca e la Costituzione italiana ripudiano», per impegnarsi nel costruire la pace. «Ci uniamo, in una giornata di memoria e di lutto, perché ricordare la nostra storia comune è esercizio indispensabile nella nostra inesauribile aspirazione alla pace»
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