È arrivata l’estate e con essa la voglia di divertirsi, - dopo i tormentati anni pandemici -, il desiderio di “godersi l’attimo fuggente” e la spensieratezza che spazza via qualsiasi preoccupazione. E la guerra in Ucraina? Nei mass media l’andamento del conflitto non è più la notizia delle prime pagine, sostituita dalle solite schermaglie politiche italiane che tanto contribuiscono all’aumento dell’astensionismo. La progressiva diminuzione dell’attenzione per «l’operazione speciale» non sembra colpire, invece, l’opinione pubblica russa.

Per il negoziatore di Putin l’accordo di pace era vicino mesi fa

In base a un recente sondaggio del Levada Center, il 55 per cento degli intervistati sta ancora seguendo «molto da vicino» la situazione in Ucraina, il 24 per cento «da vicino» e il 31 per cento «piuttosto da vicino». Chi segue maggiormente il conflitto? Come abbiamo sempre scritto in queste pagine, la frattura generazionale discrimina meglio la situazione politica e sociale della Russia di Vladimir Putin.

Dagli over 55 un sostegno incondizionato

Tra gli over 55, il 67 per cento sta seguendo «molto attentamente», rispetto alla fascia d’età compresa tra i 40-54 anni al 55 per cento, da quella tra 25-39 al 45 per cento e tra i giovani (18-24) al 34 per cento. Inoltre, gli over 55 sono anche «molto preoccupati» della situazione (59 per cento) o «piuttosto preoccupati» (32 per cento) mentre tra i giovani solo il 20 per cento degli intervistati è «molto preoccupato» e il 44 per cento è «piuttosto preoccupato». In generale, le preoccupazioni per la guerra in Ucraina rimangono ancora alte rispetto ai mesi precedenti, con un lieve calo tra i giovani: un quarto di moscoviti afferma, invece, di non essere preoccupato rispetto al 38 per cento che è «molto preoccupato» e al 37 per cento che è «piuttosto preoccupato».  

People stand in line to withdraw money from an ATM of Alfa Bank in Moscow, Russia, Sunday, Feb. 27, 2022. The United States and allies are again escalating sanctions against Russia, Wednesday, April 6, after evidence that Russian troops murdered Ukrainian civilians in a town near Kyiv. (AP Photo/Victor Berzkin, File)

Per quanto riguarda il sostegno alle azioni dell’esercito russo in Ucraina, anche questo dato non è cambiato rispetto ai mesi precedenti: i più anziani del campione esprimono un «sostegno incondizionato» rispetto a un terzo dei giovani intervistati che non supporta l’operazione speciale. Tuttavia, il consenso rimane ancora alto e si attesta al 75 per cento degli intervistati nel suo complesso.

Per i moscoviti il dato è lievemente inferiore perché il 66 per cento dei rispondenti sostiene l’esercito militare, il 21 per cento non lo sostiene e il 13 per cento ha avuto «difficoltà a rispondere».

Distrazione di massa

Se la maggior parte degli intervistati rimane preoccupata per gli sviluppi del conflitto, rimanendo inalterato l’elevato consenso sulle azioni delle forze militari russe, è altresì vero che cresce la sensazione nella società russa che la guerra continuerà a lungo. Circa la metà degli intervistati è convinta che possa durare più di sei mesi, il 22 per cento da sei mesi a un anno e il 27 per cento ritiene più di un anno.

Le ragioni della superiorità della democrazia sull’autoritarismo

Questa inchiesta sociologica dimostra ancora una volta quanto l’attenzione dei mass media e delle tecniche di propaganda nei confronti della situazione in Ucraina continuino a dominare il dibattito pubblico e non solo politico in Russia, con una forte percentuale di “patrioti” che sostengono l’aggressione e una componente più giovane che rimane scettica sulle conseguenze, soprattutto personali, del conflitto.

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La popolazione russa si sta preparando ad affrontare psicologicamente ed economicamente un conflitto di lunga durata. Come risulta da un articolo pubblicato lo scorso maggio su Kommersant, anche l’interesse letterario dei russi si sta modificando: stanno aumentando le vendite di libri di arte del 20 per cento, di romanzi d’amore del 58 per cento, di “fantasy” del 31 per cento e di fantascienza del 20 per cento. Nella libreria dei russi i libri di Karl Marx (Il Capitale) e di Thomas Piketty (Il capitale nel XXI secolo) sono stati sostituiti da George Orwell (1984), Oscar Wilde (Il ritratto di Dorian Grey) e Charlotte Brontë (Jane Eyre). Un tentativo “culturale” di distrarre la mente dalle atrocità di una guerra che una parte della popolazione russa – è bene ricordarlo - non ha mai sostenuto.

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