La 24enne iraniana è stata incarcerata un anno fa per avere esortato le donne a violare l’obbligo del velo. I suoi video in cui canta, balla e regala fiori hanno ispirato manifestazioni, ma lei non è un’attivista: è solo una persona che vuole vivere. «Yasaman, sua madre e le altre donne come loro sono le Rosa Parks dell’Iran di oggi», dice la giornalista Masih Alinejad
Era l’8 marzo del 2019, quando Yasaman Aryani e sua madre sono salite su una carrozza per sole donne della metropolitana di Teheran. Yasaman estrae dalla sua cesta un fiore bianco, lo porge a una donna col velo, le bacia la guancia e urla «Buona giornata della donna».
Hanno tutte il velo. Yasaman no. Basterà questo per farla arrestare, e farla rinchiudere nella prigione di Qarchak Prison con una condanna a sedici anni di reclusione.
Entro in contatto con Masih Alinejad, giornalista e attivista politica iraniana. Oggi vive a New York, le sarebbe impossibile fare il suo lavoro nel suo paese. La sua campagna dà voce agli attivisti invisibili, come Yasaman.