All’ingresso del supermercato a due passi dal ponte della stazione di Ostbanhof – uno degli snodi principali di Berlino – prima delle elezioni è comparsa una scritta per terra fatta con lo spray: «Wählt Afd», invito a votare per il partito di estrema destra capeggiato da Alice Weidel.

Oggi la scritta non c'è più, il partito ha fatto il pieno di voti e ha 152 seggi al Bundestag. Seppur rimasto fuori dalla coalizione di governo, ha proseguito l’ascesa nei sondaggi. «Il nuovo governo deve tracciare una linea chiara: nessuna collaborazione con l’estrema destra, nessuna normalizzazione. Chi adotta la retorica dell’AfD spiana la strada al fascismo», dice Sahra Fischer, attivista e portavoce di Aufstehen gegen Rassismus.

Contro la normalizzazione

L'organizzazione ha 70 gruppi attivi in tutta la Germania ed è specializzata in campagne contro la “normalizzazione” di AfD nel dibattito pubblico, con uffici e comitati ovunque, e una sede anche a Berlino. In alcune zone della città – come Marzahn-Hellersdor – Afd è primo partito con il 31,2 per cento dei voti. «Mi spaventa che sempre più persone votino AfD anche a Berlino», prosegue Fischer: «Non è solo una questione di graffiti in giro per la città, ma che vedi sempre più nazisti che vogliono andare in giro per la città e che sentono che possono farlo».

Dietro di lei i poster con le campagne che l'organizzazione ha portato avanti in questi mesi, in giro tra gli uffici e i corridoi della sede scatoloni pieni di adesivi, spille, manifesti e bandiere. Con slogan che vanno da «Nie wieder» («Mai più») a «Stoppt die Afd», e poi manifesti con scritte «contro gli slogan della destra» («Gegen rechte parolen») e «Kein plats for nazis» («Non c'è posto per i nazisti»).

«Secondo me le due principali ragioni per cui l'AfD è diventata “normale” in Germania sono: il fatto che la politica sociale sia stata trascurata per anni, e che partiti come la Cdu abbiano semplicemente ripetuto i discorsi dell'AfD. Se qualcuno dice le stesse cose, perché non votare direttamente l'originale?», dice Fischer.

Poi prende lo zainetto che viene consegnato a tutti gli attivisti che fanno campagna attiva di contrasto.

Kit contro il post nazismo

Dentro c'è un kit ad hoc che gli attivisti usano per disturbare le azioni e i presidi di AfD. Ci sono un gilet con la scritta «Liberté, égalité, fight Afd», volantini, adesivi, un fischietto e una grande busta di quelle che si usano per i rifiuti. «Servono da cestini così la gente può buttare i volantini di AfD dentro, perché lì è dove devono andare, nel cestino», ne è convinta la portavoce.

Le azioni della sua associazione vanno avanti dal 2016. Oltre alle manifestazioni, hanno dei programmi di formazione (“Stammtischkämpfer”) e organizzano seminari dove analizzano programmi e linguaggi utilizzati dai candidati nelle fila di AfD. In più monitorano le azioni di quartiere fino ai grandi eventi. «Lavoriamo con diverse organizzazioni; per esempio, un'azione che ha funzionato particolarmente bene è stata a Riesa. Lì l'AfD ha tenuto il suo congresso nazionale, e insieme all'alleanza “Widersetzen” siamo riusciti a portare in strada 15mila persone per dimostrare che non lo accettiamo. È stato un grande successo».

All'ultima manifestazione prima del voto, su Friedrichstraße gruppi antifascisti hanno seguito un corteo dell'ultradestra con cori, striscioni e cartelli di tutti i tipi. Su uno di questi c'era scritto «Nazis raus dus der galaxis», un invito per i nazisti a lasciare la galassia.

Scala globale

I risultati hanno invece certificato che nella galassia politica tedesca oggi l'AfD è una realtà, consolidata da un successo che ha permesso loro di raggiungere un risultato storico, il 20,8 per cento, 69 seggi in più rispetto al 2021 e picchi in alcune aree della Germania - a est - del 46 per cento.

Con una novità profonda rispetto al passato: una legittimazione internazionale – arrivata dagli endorsement di Elon Musk ad AfD e dall'incontro tra il vice presidente Usa Vance e Alice Weidel prima del voto – che ha reso la questione dirimente a livello globale, e non solo circoscritta alle divisioni interne che riportano a cartine di una Germania divisa dal muro e dalla cortina di ferro. Legittimazione rinsaldata anche dopo il voto.

Il 2 maggio i servizi segreti interni tedeschi hanno ufficializzato – in 1100 pagine di documenti – che Afd è un partito «estremista» che mette a rischio la tenuta della democrazia tedesca.Il vicepresidente Usa Vance ha detto che «Afd è il partito più popolare della Germania» e «i burocrati stanno cercando di distruggerlo». Il segretario di stato Usa Marco Rubio ha parlato di «tirannia mascherata». La classificazione è stata poi sospesa il 6 maggio dai servizi, in attesa dell'evoluzione di un ricorso presentato da AfD a Colonia.

La società oltre al report

L’esito del report «per noi non è una sorpresa, è una conferma», dice Fischer, che parla di «nazisti in giacca e cravatta». Per lei la notizia «dovrebbe rappresentare un punto di svolta soprattutto nelle istituzioni come le scuole, dove molte persone sono state messe a tacere in nome della “neutralità”. Gli insegnanti che volevano educare gli studenti sull’AfD e parlare di fascismo e razzismo temevano di essere licenziati».

Ma «questa classificazione da sola non fermerà l’AfD: solo la resistenza organizzata potrà farlo. Vietare il partito non eliminerà il fascismo. Servono lotte a lungo termine, solidarietà e una posizione chiara da parte di tutta la società». Con la legittimazione anti-establishment incassata da Washington, Alice Weidel ha invocato nuove elezioni, soffiando sul vento del clamore suscitato dall'inedita seconda votazione del Bundestag necessaria per certificare la nomina del nuovo cancelliere.

«L’AfD prospera sulle narrazioni vittimistiche e sulla provocazione: ci aspettiamo un’escalation», commenta la portavoce di Aufstehen gegen Rassismus.
«Ma la vera minaccia non sono le loro parole, sono le loro azioni». I numeri in ascesa dei sondaggi di AfD per Sahra sono il segno di un problema che «non è solo tedesco: è una deriva globale verso l'autoritarismo». La missione sua e degli altri attivisti è quella di non arrendersi e «affrontare l’AfD ovunque appaia», con un'azione di contrasto su tutti i livelli: «In Parlamento, nelle piazze, nelle conversazioni quotidiane».

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