Sono continuati, nonostante la proposta di tregua, gli scontri armati a Khartoum tra esercito regolare e forze paramilitari. Tra i morti, circa quattrocento dallo scoppio del conflitto secondo l’Oms, anche un membro dello staff Onu e un cittadino americano. I ribelli hanno assaltato anche l’ambasciata di Francia a Karthoum e la residenza dell’ambasciatore francese
Proseguono gli scontri in Sudan in cui da sette giorni si fronteggiano esercito regolare e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf). L’Oms ha annunciato che oltre quattrocento persone sono morte nel conflitto, tra questi si contano anche un membro dello staff Onu e un cittadino americano.
«È con grande dolore che confermiamo la morte di un prezioso membro dello staff dell'Oim in Sudan, avvenuta oggi dopo che il suo veicolo è stato coinvolto in un fuoco incrociato a sud di El Obeid» ha detto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). L’Unione europea intanto sta pianificando l’evacuazione dei suoi cittadini.
Gli aggiornamenti da Khartoum
Nella capitale sudanese gli scontri sono continuati anche con la fine del Ramadan, nonostante le speranze di una tregua da parte delle Nazioni unite. Venerdì i miliziani hanno preso d’assalto la residenza a Khartoum dell’ambasciatore francese, mentre è stata lanciata una bomba non lontano dall’Ambasciata di Francia.
Il generale Abdel Fattah Burhan, capo dell’esercito, ha tenuto il primo discorso dallo scoppio del conflitto con le Rsf, sostenendo l’impegno delle truppe regolari nel transitare il paese verso un governo civile. Nel videomessaggio diffuso venerdì mattina, Burhan ha detto: «Siamo fiduciosi che supereremo questa prova con il nostro addestramento, la nostra saggezza e la nostra forza, preservando la sicurezza e l'unità dello stato, che ci permetterà di essere incaricati della transizione sicura verso il governo civile».
Le Forze di supporto rapido hanno condannato in un tweet il mancato rispetto della tregua.
Intanto le forze armate della Repubblica Federale tedesca hanno preparato un’evacuazione militare per i cittadini tedeschi rimasti bloccati in Sudan, cercando di accelerare i rimpatri.
Anche l’Unione europea si sta organizzando per fare lo stesso: «Stiamo provando a coordinare un’operazione per evacuare i nostri civili dal Sudan. Stiamo lavorando a differenti opzioni per evacuare le persone», ha detto un funzionario dell'Ue, citato dall’Ansa.
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