Delhi è consapevole della necessità di valorizzare al massimo le proprie riserve di terre rare – le quinte più grandi al mondo, con 6,9 milioni di tonnellate metriche – dalle quali, però, oggi riesce a ricavare appena l’1 per cento della produzione globale
Le terre rare sono diventate una pedina chiave del nuovo scacchiere geopolitico, risorse cruciali non solo per la difesa, ma anche per la transizione energetica e digitale mondiale. A muovere il gioco oggi è la Cina, che secondo la International Energy Agency detiene il 60 per cento dell’estrazione e il 92 per cento della raffinazione globale. Così, quando l’amministrazione Trump ha imposto dazi sui beni cinesi, Pechino ha risposto con restrizioni all’export di terre rare – le quali sono geologi



