Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiarito martedì che attualmente non ha intenzione di fermare l'attuale operazione israeliana a Gaza, e Israele non ha avviato i colloqui per il cessate il fuoco con Hamas, ma un alto funzionario politico israeliano ha detto martedì sera che «se non ci sarà una svolta a sorpresa degli eventi», giovedì è previsto un cessate il fuoco con Hamas, lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz.

Oggi Netanyahu ha tenuto un briefing di 30 minuti con i diplomatici stranieri sui recenti combattimenti tra Israele e Hamas: «Devo dire che non ci aspettavamo un vero scoppio del conflitto», ha detto. E ha aggiunto: «Abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per ridurre il potenziale conflitto intorno a Gerusalemme», adesso «quello che stiamo cercando di fare è esattamente questo, ridurre le loro capacità, le loro capacità terroristiche, e ridurre la loro determinazione».

Ancora raid israeliani

La scorsa notte l'esercito israeliano ha sferrato un altro attacco alla rete dei tunnel di Hamas nella Striscia di Gaza, sganciando 122 bombe in 25 minuti su circa 40 obiettivi sotterranei che fanno parte della cosiddetta "metropolitana” che copre 12 chilometri di tunnel. È quanto dichiarato dal portavoce delle forze armate israeliane Hidai Zilberman, citato dalla stampa locale, precisando che gli obiettivi includevano siti di deposito di armi e un centro di comando.

Secondo la stima di Israele, sarebbero stati colpiti almeno 10 membri di Hamas: gli attacchi si sono concentrati a Khan Younis e Rafah nella zona meridionale della Striscia, da dove la maggior parte dei razzi sono stati lanciati contro le città israeliane.

Secondo il sito di notizie Walla, tra i tunnel di Hamas distrutti ieri sera ci sarebbe quello utilizzato per il rapimento e l'uccisione del soldato Hadar Goldin durante i combattimenti del 2014.

I bambini

L’Unicef intanto continua a lanciare l’allarme sui bambini palestinesi e le condizioni di vita a Gaza: almeno 60 bambini sono stati uccisi e altri 444 sono stati feriti in meno di 10 giorni; circa 30mila bambini sono stati sfollati e 250mila bambini hanno bisogno di servizi di protezione e per la salute mentale, mentre ameno quattro strutture sanitarie e 40 scuole sono state danneggiate. Circa 48 scuole, la maggior parte gestite dall’Unrwa, così come raccontato a Domani dall’agenzia Onu, vengono usate come rifugi d’emergenza per le famiglie che cercano rifugio dalle violenze, ha sottolineato la direttrice generale Unicef, Henrietta H. Fore. I sistemi idrici e igienico-sanitari, già indeboliti, sono stati ulteriormente compromessi come risultato di quest’ultima escalation. Le infrastrutture essenziali, fra cui pozzi e serbatoi di acqua di falda, impianti di desalinizzazione e di trattamento delle acque reflue, reti di distribuzione dell'acqua e stazioni di pompaggio - hanno subito danni significativi.

«La capacità di energia elettrica in tutta Gaza  – ha raccontato Fore – è diminuita di circa il 60 per cento, lasciando gli ospedali sempre più dipendenti dai generatori per garantire i servizi sanitari essenziali». Questi generatori richiedono quantità significative di carburante per funzionare: «Qualsiasi riduzione della capacità di assistenza sanitaria potrebbe anche mettere a repentaglio le cure per i malati di COVID-19», ha proseguito la direttrice generale. «Stimiamo che 325mila persone abbiano bisogno di servizi idrici e igienico-sanitari di emergenza, senza i quali è più facile che contraggano malattie infettive potenzialmente letali».

«In ogni giorno di prosecuzione del conflitto, i bambini negli stati di Palestina e Israele soffriranno. Questi bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco adesso, e di una soluzione politica a lungo termine al conflitto in generale. Meritano molto di più di questo ciclo orribile di violenze e paura che va avanti da troppo tempo», ha concluso.

Gli Stati Uniti

Proseguono intanto i tentativi di normalizzazione da parte degli attori internazionali. Il presidente Joe Biden e i funzionari dell'amministrazione hanno incoraggiato il primo ministro Benjamin Netanyahu e altri alti funzionari israeliani a porre fine ai loro bombardamenti su Gaza. Questo secondo una persona a conoscenza delle discussioni che ha parlato con l'Associated Press a condizione di mantenere l'anonimato.

La divulgazione degli sforzi intensificati della Casa Bianca arriva mentre il bilancio delle vittime israeliano e palestinese aumenta e cresce la pressione su Biden affinché si muova con più forza per fermare i combattimenti.

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